Biotecnologie, la nuova frontiera per la ricerca in campo medico. Il vegliese Giampiero Lazzari nei gruppi di ricerca internazionali

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In un intervento  gli studiosi Giampiero Lazzari, Davide Magrì e Gabriele Alfarano raccontano le loro esperienze di ricercatori

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È con piacere che leggiamo del nostro conterraneo Giampiero Lazzari per la sua esperienza di ricerca nell’ambito del progetto della Marie Skolodowska-Curie per lo studio di “nanofarmarmaci per il trattamento di malattie gravi”.

La ricerca in ambito biotecnologico rappresenta un’importante frontiera per la lotta ad alcune patologie gravi e la presenza di un giovane studioso vegliese in questo campo (ed a questi livelli) non può che far piacere.

Un invito, da ultimo, rivolto anche a questo Comune e al dott. Paladini è quello di poter valorizzare queste figure così importanti per il futuro, coinvolgendole nel dibattito pubblico su tematiche inerenti alla salute dei cittadini e alle buone prassi nonché all’aggiornamento sullo stato dell’arte in ambito medico e biotecnologico.

Un in bocca al lupo a Giampiero!

Donato Vese e Federica Lazzari

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Intervento di Giampiero Lazzari, Davide Magrì e Gabriele Alfarano tratto dallo “Speciale Università del Salento – La Terza Missione”

Biotecnologie. Sulla strada della ricerca da Lecce al MIT di Boston

Siamo giovani laureati in Biotecnologie Mediche e Nanobiotecnologie dell’Università del Salento e, a poco meno di un anno dal titolo, abbiamo concorso con successo a bandi di dottorato promossi da tre istituti di ricerca di livello internazionale.
Davide e Gabriele, in Italia, svolgono i loro PhD rispettivamente nell’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova nel gruppo di “Smart Materials” e nell’Istituto Europeo di Oncologia a Milano nel gruppo di “Transcriptional Control in Inflammatìon and cancer.”.
Giampiero, vincitore di una borsa dl studio Marie Skolodowska-Curie, sta affrontando il suo dottorato in Francia nell’Università Parigi-Saclay, nel gruppo di “Nanofarmaci per il trattamento di malattie gravi”.
Nel 2013, assieme ad altri quattro studenti, abbiamo costituito un team multidisciplinare in rappresentanza dell’Università del Salento, che ci ha permesso di partecipare al concorso internazionale di biologia sintetica iGEM (International Genetically Engineered Machine), promosso e organizzato dal MIT di Boston. Il progetto presentato in concorso aveva l’obiettivo di siluppare un sistema batterico sicuro e controllabile per la rilevazione e il bioaccumulo  del nichel da fonti idriche inquinate.
Sotto la supervisione dei professori Cecilia Bucci e Dario Pisignano, ci siamo cimentati  nell’applicazione pratica delle competenze acquisite nel corso di laurea. Manipolando le componenti geniche, in parte fornite nel kit iGEM (biobrick) in parte disegnate e realizzate su misura dal team, è stato costruito un puzzle logico atto a programmare ed esprimere uno specifico pattern proteico, tale da far funzionare il batterio come una vera macchina biologica.
I risultati del progetto sono stati presentati e discussi a Lione, nell’ambito della competizione europea (jamboree): i giudici hanno valutato il lavoro attribuendo al nostro la medaglia d’argento.
Oltre alla gestione scientifica, ci siamo cimentati nella gestione organizzativa e nella raccolta fondi, utilizzando strumenti innovativi di crowdfunding e realizzando iniziative di incontro e divulgazione scientifica tramite la fondazione dell’associazione scientifica Bio-BANG. Ciò ha permesso di sviluppare un network con ·professionisti e scienziati da tutto il mondo, offrendo ad altri la possibilità di provare a ripetere le loro stesse esperienze.
Insomma, le competenze acquisite in ambito curricuiare ed extracurriculare negli anni dell‘università ci hanno permesso di affrontare in modo efficace il periodo post laurea, senza tempi morti, garantendoci l’accesso e la possibilità di lavorare in alcuni tra i più prestigiosi gruppi di ricerca internazionali, in un ambiente stimolante che permette una continua crescita professionale e scientifica.
L’educazione al coworking  e all’interdisciplinarietà, tratti caratterizzanti del nostro  percorso di studio all‘Università del Saiento, si rivelano quotidianamente strumenti vincenti nel competitivo mondo della ricerca scientifica.

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