XYLELLA VEGLIE: UNA SETTIMANA DI PRESIDIO

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LA RISCOPERTA DELLA “COMUNANZA” E DELLA “BUONA AGRICOLTURA”

(Lettera della Redazione)

E’ trascorsa una settimana da quel Lunedì 12 Aprile, l’ X-Day annunciato per il taglio  degli ulivi colpiti dalla Xylella nel feudo di Veglie.

In questa settimana non si è ancora capito quale potrebbe essere la soluzione migliore per combattere la piaga dell’agricoltura salentina. Ma una cosa però si è capita benissimo: che insieme si può resistere e dare voce a una comunità.

Non sono in grado di dire come risolvere il problema xylella. Non so, e forse nessuno lo sa, se è giusto o sbagliato eradicare gli alberi giudicati infetti. Esistono alberi che si sono ripresi in maniera rigogliosa ma esistono anche zone dove gli alberi non danno ancora segni di ripresa. Forse è un problema che non sarà l’uomo a risolvere, ma sarà la natura stessa a trovare la soluzione come ha sempre fatto in migliaia di anni.

Mi piace invece sottolineare la forza che le persone riescono ad avere quando si uniscono per affrontare un problema o quando vogliono dare risonanza a problemi che altrimenti passerebbero inosservati.

Solo il tempo e la storia riuscirà a dare ragione a chi è stato contrario al taglio degli alberi o a chi è stato  favorevole ad esso. Quello che adesso c’è da mettere in evidenza è che le persone hanno ancora la capacità di unirsi autonomamente e spontaneamente per resistere ad imposizioni  calate dall’alto senza alcun tipo di dialogo.

In questa settimana con la forza del passaparola e il sostegno dei nuovi mezzi che la tecnologia mette a disposizione, si è formato un movimento trasversale formato da agricoltori giovani e anziani, da studenti, da associazioni, da professionisti, da tecnici del settore, da persone comuni, da ogni tipo di rappresentante della società, che hanno preso a cuore questo problema e che anche con la sola semplice presenza hanno contribuito a far arrivare questa protesta prima nelle sedi regionali, poi in quelle nazionali e infine anche nelle sedi europee.

Tutti insieme con la spontanea, pacifica e costante presenza, sono riusciti a far discutere del problema, a far emergere dubbi sulla procedura messa in atto dagli organi competenti per la soluzione dell’attacco della xyella. Sono riusciti ad “insinuare un ragionevole dubbio”  grazie al quale la “condanna a morte” di migliaia di alberi di ulivo è stata momentaneamente sospesa. E un giusto processo dovrebbe condannare solo oltre ogni ragionevole dubbio.

Molte sono state le persone che ci hanno messo la faccia e  il tempo per dimostrare la loro solidarietà ai  proprietari degli ulivi condannati.  Non per apparire ma per sincera partecipazione. A queste persone bisogna dare atto di aver espresso la loro opinione, che solo la storia dirà se giusta o sbagliata.

Purtroppo ci sono quelli che non esprimono ancora il loro pensiero con la speranza nascosta che la xylella continui a “mietere vittime” e  poi dire con orgoglio: «Visto? Hanno sbagliato a protestare contro i tagli». Ma questo è un altro discorso.

La giornata di Domenica 19 Aprile è stata fantastica. Lanciata su face book,  l’iniziativa di un pic nic sotto gli ulivi ha portato nel presidio di Veglie nei pressi della contrada Duchessa, centinaia di persone. Si potevano vedere ragazzi che suonavano, altri che ballavano. Gli alberi si sono trasformati in una galleria d’arte dove pittori da ogni parte del salento sono venuti a ritrarre dal vivo gli alberi d’ulivo. Tutto ripreso da telecamere di varie testate giornalistiche che tra l’altro in questi giorni hanno documentato la protesta dando voce e risalto al problema.

L’unica cosa poco elegante di domenica sono state alcune “foto di propaganda” fatte sotto gli alberi d’ulivo. Ben vengano le visite al presidio in questo periodo elettorale. Ma sarebbe opportuno in forma più discreta, fattiva e sincera. E’ solo un consiglio, non un rimprovero.

Anche negli altri giorni non sono mancate le visite al presidio da parte di diverse associazioni che hanno dimostrato il loro supporto con la loro presenza. Non bisogna dimenticare inoltre il prezioso sostegno dato da quanti,  in sostituzione dell’impossibilità di essere fisicamente presenti, hanno voluto offrire viveri e bevande per il sostentamento di coloro che si alternavano giorno e notte al presidio. Anche vegliesi residenti lontano dal nostro comune hanno incaricato parenti di acquistare viveri e portarli sul posto per poter essere in qualche modo vicini a questa causa.  “L’albero della Condivisione” del periodo di Natale adesso è diventato reale. In breve tempo si è passati da un semplice gesto simbolico a un concreto sostegno per una causa vera.

Non solo vegliesi al presidio di Veglie ma anche, e forse soprattutto, persone che vengono a dare il loro supporto da altri paesi. Non vegliese  infatti è la ragazza che è diventata il simbolo del presidio rimanendo  giorno e notte su un albero affinché non venisse abbattuto. Alcuni di questi  “Non Vegliesi”  sono ormai considerati vegliesi a tutti gli effetti ed è stato consegnato loro un attestato, da parte di alcuni ragazzi, per ringraziarli di questa vicinanza.

Forse questa “resistenza” non servirà. Forse gli alberi saranno abbattuti ugualmente. Due sono le cose però che questa esperienza ci ha fatto ricordare:

La prima è che insieme, uniti e senza essere manipolati da alcuno, è possibile cambiare il corso degli eventi e di conseguenza anche il corso del nostro paese;

La seconda, è più importante di tutte, è che l’agricoltura è la ricchezza del nostro territorio e l’unico futuro possibile è il ritorno alle “Buone Pratiche Agricole” che erano state abbandonate da quasi tutti i piccoli agricoltori a favore delle “Cattive Pratiche Chimiche”.

Adesso bisognerebbe lottare in Europa affinché la Buona Agricoltura possa essere meno  onerosa da sostenere rispetto a quello che è attualmente. Bisognerebbe essere in grado di scegliere politici che sappiano far valere gli interessi del nostro territorio.

In queste personali riflessioni non ho fatto volutamente i nomi di nessuno, né di persone, né di associazioni, né di altro perché tutti devono essere i portavoce degli ulivi. Ognuno è lì, nel presidio di Veglie per nome e per conto degli Ulivi e non per chi è o per cosa rappresenta.

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