LETTERA DI DARIO CICCARESE
La notizia di cronaca riguardante la ditta aggiudicatrice del servizio di refezione in ben 38 comuni della provincia di Lecce tra cui anche Veglie è a dir poco sconcertante.
Le indagini svolte dalla guardia di finanza hanno infatti appurato che questa azienda, per la preparazione dei pasti destinati ai bambini che frequentano le scuole materne ed elementari e per gli anziani ospitati in strutture, ha impiegato olio talmente di scarsa qualità al punto da “Non Essere Adatto al Consumo UMANO”.
Fortunatamente, in questo caso per bambini e anziani fruitori del servizio, questa gente senza scrupoli commette sempre, prima o poi, un passo falso e la polizia giudiziaria è pronta e preparata a stanarla e fermarla. Chiunque abbia voglia di fare una ricerca sul web troverà molti articoli che parlano della stessa ditta ovviamente non perché gli è stata assegnata una stella Michelin ma sempre per problemi di questo tipo.
A questo punto è lecito chiedersi: è successo solo questa volta con questo alimento? Potrebbero aver messo in atto altre truffe con altri alimenti e l’hanno fatta franca?
Questo, ad oggi, resta solo un dubbio che angoscia tanto i genitori dei bambini quanto i figli degli anziani. Altro fatto particolare è che da anni era l’unica azienda a partecipare al bando del comune per l’assegnazione del servizio di refezione.
Alla luce di tutto ciò delle riflessioni vanno fatte.
Giustamente, premura dell’amministratore di turno e degli uffici competenti è che i servizi essenziali al cittadino siano garantiti e, nel bene e nel male, nel corso del tempo e delle legislature che si sono succedute, questo è avvenuto, almeno per quel che riguarda la mensa scolastica. Sotto questo aspetto assolti tutti, tanto gli uffici competenti quanto gli amministratori eletti.
Onestamente però credo e spero che i vegliesi dai propri amministratori qualcosa in più l’aspettano ormai da tanti anni. E’ da tanti anni che tutti gli amministratori vegliesi inseguono quella che ormai possiamo chiamare CHIMERA e cioè: “lo sviluppo del territorio”.
Ammettiamolo, non è assolutamente semplice far sviluppare un territorio. Ma dovete ammettere anche voi i vostri limiti. Nel caso specifico della mensa, nessun amministratore è mai venuto a conoscenza dei fatti di cronaca che hanno riguardato la ditta che serviva anche la mensa scolastica del proprio paese? Nessun amministratore si è mai accorto nel corso degli anni che era sempre la stessa, unica e sola azienda a presentarsi al bando comunale per l’assegnazione del servizio di refezione?
Con un sistema così consolidato, senza nessuna concorrenza, come si può essere così ingenui da pensare che si possa avere un servizio di qualità? Un amministratore che intende perseguire lo sviluppo del territorio, come pensa di realizzarlo se davanti a situazioni del genere, a dir poco anomale, non riesce a pensare e a tentare altre alternative? Ora ci troviamo alle porte di agosto con un grosso problema da risolvere entro settembre. Come faremo? Si farà un affidamento diretto ad un altro operatore del settore, perpetuando potenzialmente, vostro malgrado, il sistema già noto?
In questo frangente non ci sono molte vie d’uscita e siamo d’accordo, ma un cambio radicale lo si deve tentare per il futuro. Non sono un addetto ai lavori, non sono un amministratore, ma cerco di pensare delle soluzioni e se siano praticabili o no lo si deve verificare sul campo.
Abbiamo sul territorio comunale attività di ristorazione di ottima qualità, abbiamo forni che fanno dei prodotti di ottima qualità, abbiamo contadini che producono frutta e verdura di ottima qualità; si possono mettere insieme tutte queste forze per soddisfare un servizio con delle sicure ricadute in termini di guadagno e occupazione non solo limitate al periodo estivo dal momento che negli ultimi anni sembra che per chi amministra lo sviluppo del territorio sia legato solo al turismo?
Un tale progetto non si limiterebbe solo a delle ricadute materiali, ma si potrebbe legare benissimamente ad un discorso di trasmissione culturale.
Organizzare delle giornate con i bambini della scuola perché non si scollino del tutto e definitivamente dalle loro tradizioni, perché vedano da dove viene il cibo che mangiano, la fatica che costa produrlo, la soddisfazione e la realizzazione che raggiunge chi lo prepara e lo porta sulle nostre tavole, il doveroso e sempre più necessario rispetto dell’ambiente perché siamo quello che mangiamo, renderli consapevoli che non è merito nostro se viviamo in un angolo di terra dove il cibo non manca e che non va sprecato.
Si potrebbe andare avanti ancora. Sarà facile? Sicuramente NO! Sarà possibile? Non possiamo saperlo finché non si tenta.
Cari amministratori, a poco servono adesso i vostri comunicati. Dimostrate di essere in grado di trasformare una criticità in una occasione di cambiamento vero, legato alla vita reale, al territorio, per le future generazioni che dite di avere a cuore ma che puntualmente poi sono i fatti a smentirvi, come in questo caso. Per una volta provate a smentire voi i fatti, non portateci soluzioni solo da burocrati.
Dario Ciccarese
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