«ICONE» A Brindisi la Mostra fotografica di Giovanni Potì fino al 6 Gennaio 2026

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«ICONE» L’ultima narrazione della trilogia fotografica intitolata “Saeculares Oleas” di Giovanni Potì

BRINDISI – È visibile sino al 6 gennaio del 2026 la mostra fotografica di Giovanni Potì dal titolo “ICONE”.

La mostra si svolgerà a Brindisi, nell’antica residenza delle famiglie Granafei e Nervegna ora di proprietà del Comune, palazzo dalla maestosa architettura tardo rinascimentale che ospita oltre agli uffici comunali anche una galleria permanente e altri spazi destinati ad espositori.

Il 24 ottobre 2009 nelle sale espositive del Palazzo è stata inaugurata la mostra dal titolo “L’eredità del Novecento. I capolavori della Collezione Mazzolini”, promossa dall’amministrazione comunale di Brindisi, in collaborazione con la diocesi di Piacenza-Bobbio, e ideata e curata dallo storico dell’arte brindisino Teodoro De Giorgio. L’esposizione, posta sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica Italiana, ha permesso di ammirare fino al 24 gennaio 2010 oltre cento opere (tra sculture, dipinti, disegni e grafiche) dei più importanti artisti italiani del Novecento: Giorgio de Chirico, Massimo Campigli, Mario Sironi, Filippo de Pisis, Ottone Rosai, Carlo Carrà, Virgilio Guidi, Lucio Fontana, Giuseppe Capogrossi, Piero Manzoni, Bruno Cassinari, Renato Birolli, Ennio Morlotti, Arturo Tosi, Ercole Pignatelli, Enrico Bay, Mino Maccari, Hans Arp, Emilio Scanavino, i fratelli Arnaldo e Giò Pomodoro e altri ancora. 

Quella di Potì è l’ultima narrazione di una trilogia fotografica intitolata “SAECULARES OLEAS” che comprende il racconto sulla morte degli ulivi salentini causata dal batterio “Xylella”. Il suo racconto e il progetto “ICONE” rivelano una sensibilità rara e profondamente radicata nel territorio. È riuscito a trasformare una tragedia ambientale — la morte degli ulivi del Salento — in un atto di memoria, di resistenza e di rinascita simbolica. L’idea di elevare i resti carbonizzati a “reliquie” e poi a “icone” non è solo un gesto artistico, ma un vero e proprio rito collettivo che restituisce dignità a ciò che è stato perduto. La sua capacità di leggere negli ulivi non soltanto materia, ma identità, cultura, luce, e di dare forma a questa percezione attraverso opere che parlano di bellezza spezzata e rigenerazione, è un contributo prezioso per tutta la comunità salentina. In un tempo in cui il paesaggio è stato ferito, il suo lavoro riapre uno spazio emotivo e immaginativo che permette di rielaborare il lutto e di intravedere una possibilità di rinascita. Il suo impegno artistico non consola soltanto: costruisce memoria, restituisce voce e trasforma la devastazione in testimonianza, trasformando la sofferenza in un gesto di speranza.

L’appuntamento per visitare la Mostra Fotografica ICONE di Giovanni Potì è a Brindisi presso il Palazzo Comunale Granafei e Nervegna fino al 6 gennaio 2026.

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