«Accessibilità e inclusione nei contesti quotidiani» lettera della dott.ssa Antonella Carrozzini “Garante dei diritti delle persone con disabilità” del Comune di Veglie

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Piccole riflessioni in occasione della  Giornata Internazionale delle  Persone con Disabilità

Ogni anno, il 3 dicembre, la Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità ci invita a fermarci e a guardare con attenzione la società in cui viviamo.

È un momento per riflettere, per ascoltare, per analizzare quanto cammino abbiamo già percorso e quanto ne resta ancora da fare per costruire comunità realmente inclusive.

Il tema scelto dalle Nazioni Unite per il 2025 “Fostering disability-inclusive societies for advancing social progress”, cioè “Promuovere società inclusive per le persone con disabilità per favorire il progresso sociale”, ci ricorda che il progresso sociale non può prescindere dall’inclusione delle persone con disabilità: non come gesto di benevolenza, ma come condizione essenziale di giustizia, equità e sviluppo umano.

Il cuore di questa sfida risiede nell’attuazione concreta dei principi di accessibilità e inclusione all’interno dei nostri contesti quotidiani. Troppo spesso, questi concetti rimangono confinati nel dibattito specialistico o nelle leggi non applicate, anziché diventare la pratica che orienta le nostre azioni di ogni giorno.

La parola “accessibilità” è entrata nel linguaggio comune, ma spesso con un significato riduttivo. Quando pensiamo a un luogo accessibile, la mente corre subito alle rampe o agli ascensori. Elementi certo fondamentali, ma è solo una piccola parte del quadro. L’accessibilità è, invece, un concetto ampio, complesso e profondamente umano.

Ha a che fare con la possibilità, per ogni persona, di raggiungere e utilizzare spazi, servizi, informazioni e opportunità senza barriere e senza discriminazioni. L’accessibilità, nella sua accezione più ampia e moderna, deve essere fisica, sensoriale, cognitiva e digitale. Essa è la condizione fondamentale per l’esercizio dell’autonomia e per la piena partecipazione sociale. Tuttavia, le barriere più insidiose spesso non sono quelle fatte di cemento, ma di pregiudizio.

Lo stigma, il pietismo non richiesto o, peggio, l’indifferenza, sono muri invisibili che negano dignità e riconoscimento.

L’inclusione è un impegno quotidiano, una responsabilità condivisa, un processo culturale e politico che richiede costanza, visione e coraggio.

E allora il 3 dicembre non sarà soltanto una celebrazione, ma la conferma di cambio di prospettiva: continuare a camminare insieme verso un mondo più giusto, più attento, più umano.

Dott.ssa Antonella Carrozzini
Garante comunale dei diritti delle
persone con disabilità

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