LETTERA DEL DOTT. FABIO COPPOLA
Proseguono le indagini, le denunce, la chiusura di siti web che pubblicano immagini intime di donne senza il loro consenso. Non solo immagini intime, e non soltanto da parte dei mariti o compagni, ma anche foto acquisite da siti e profili social delle persone offese, sempre a loro insaputa. Dopo il gruppo Facebook “Mia moglie”, è toccato a “Phica.eu”.
La riservatezza e il senso del pudore non sono uguali per tutte le persone. Ognuno si esibisce in pubblico, in spiaggia, e nel web in base alla propria volontà, a come e quanto si senta a proprio agio esponendosi agli occhi degli altri. Per avere conferma della propria identità, per lavoro, per ostentazione, per seduzione… Importante è che sia per scelta, che ognuno abbia il “controllo” della propria immagine. Senza il consenso la persona può subire un danno psicologico, che va dalla umiliazione, vergogna, fino a disturbi d’ansia, dell’umore, e nei casi più gravi arrivare al suicidio. Con ripercussioni anche sul piano familiare, sociale, e professionale, ledendo la dignità e l’onore della vittima e dei suoi congiunti.
Pertanto la L. 69/2019 introduceva il reato chiamato “Revenge porn”, cioè “la diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti”. Ma non è bastato.
Senza scomodare il codice penale per comprendere quanto sia importante la riservatezza e il senso del pudore, oltre al racconto di Gige e Candaule nel primo libro de “Le Storie” dello storico greco Erodoto, torna in mente il mito di Diana e Atteone, narrato dal poeta romano Ovidio nel terzo libro de “Le Metamorfosi”.
Atteone durante una battuta di caccia in un bosco, giunse ad una grotta naturale, con all’interno una sorgente. Inconsapevole che la dea Diana dopo la caccia usasse prendere il bagno nella grotta, aiutata dalle sue ninfe. Notato l’uomo, le ninfe anche esse nude, iniziarono a urlare, a percuotersi il petto e circondarono Diana per schermarla. La dea arrossì come le nuvole illuminate dal sole. Diana bagnò con getti d’acqua il viso del cacciatore, e lo trasformò in un cervo, che spaventato fuggì. I suoi cani non riconoscendolo lo inseguirono e lo sbranarono. Fu la vendetta di Diana per essere stata vista svestita.
Veglie, 31/08/2025
Dott. Fabio Coppola
Psicologo-psicoterapeuta
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