«Perché non voto al referendum»
Comunicato del Coordinamento Cittadino di Veglie di Fratelli d’Italia:
I referendum proposti dalla CGIL sono per lo più inutili:
- Non è vero che con la vittoria del “SI” ritorna la disciplina dell’art. 18. L’abolizione del Job Act comporterebbe l’applicazione della legge Fornero per i licenziamenti illegittimi che propone più o meno lo stesso livello di tutele oggi vigente sulla base del Job Act. Vi è da dire che il decreto Renzi è stato modificato, negli anni, da importanti sentenze della Corte Costituzionale che di fatto hanno ristabilito il sistema previgente. Bisogna, infatti, sapere che l’attuale disciplina dei licenziamenti prevede la reintegrazione nel posto di lavoro in caso di licenziamento nullo, discriminatorio, orale e anche in ipotesi di illegittimità per assenza del motivo sottostante; in più l’abrogazione del Job act farebbe venir meno anche ipotesi di maggior tutela che la Fornero non prevede, come per le ipotesi di licenziamento dei lavoratori dipendenti da organizzazioni di tendenza (come i sindacati!) o in caso di licenziamento del disabile o del lavoratore in malattia che non ha superato il comporto. In altre parole, l’unico obiettivo che coglierebbe la CGIL sarebbe quello di eliminare la possibilità di reintegrazione per i propri dipendenti!
- Il referendum sul lavoro a tempo determinato comporterebbe soltanto l’estensione dell’obbligo di motivazione per i contratti al di sotto di 12 mesi; una burocratizzazione del rapporto, facilmente eludibile e che non fa venir meno la precarietà.
- Il referendum sull’estensione della responsabilità solidale nell’appalto anche alle ipotesi di appalti con assunzione di rischi specifici, incide solo su una eccezione alla regola generale già vigente e che prevede la responsabilità solidale tra committente e appaltatore. Non c’entra nulla con la prevenzione degli infortuni, perché la norma si riferisce alla fase successiva all’infortunio già avvenuto.
- L’abolizione del limite massimo di indennizzo per i licenziamenti illegittimi nelle piccole imprese comporterebbe il passaggio ad un modello risarcitorio in cui l’onere della prova spetterebbe al lavoratore con il rischio di avere risarcimenti più bassi e solo a seguito di intervento giudiziario. Per i rapporti di durata più lunga la norma vigente prevede indennizzi fino a 14 mensilità. Anche questo quesito è meramente ideologico e non comporta sostanziali modifiche.
- Sulla cittadinanza, il periodo di dieci anni attualmente vigente che consente agli stranieri non comunitari di richiederla, appare più che congruo.
I problemi di materie così importanti abbisognano di un intervento legislativo ponderato e non possono risolversi con referendum abrogativi, di portata così tecnica, i cui effetti sfuggono anche ai cittadini più informati.
È chiaro a tutti che i referendum hanno un significato meramente politico, per lo più espressione di una lotta di potere all’interno della sinistra che chiede l’abrogazione di norme che essa stessa ha scritto (PD) o che ha modificato (il decreto dignità del Movimento 5 Stelle è quella legge che ha disciplinato i rapporti a tempo determinato attualmente vigenti).
Infine, è bene precisare che l’astensione è una legittima e libera scelta del cittadino che decide in scienza e coscienza se rispondere partecipando o astenendosi. Il referendum è un istituto ad iniziativa di parte, proposto cioè da un comitato con forte connotazione politica, ed è assolutamente legittimo non rispondere alla chiamata. Il quorum, stante la natura eccezionale della funzione legislativa diretta, è uno strumento di garanzia per evitare che qualsiasi legge, con un’iniziativa strumentale, possa essere abrogata: per questo motivo è fuori luogo accomunare le elezioni referendarie a quelle politiche.
Fratelli D’Italia
Coordinamento Cittadino di Veglie
Allora potete benissimo votare NO e non astenervi .