Prof. Antonio Greco: «Caso Mensa Veglie: Dieci domande alla sindaca di Veglie»

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Lettera del prof. Antonio Greco

Non conosco personalmente nessuno dei genitori componenti la commissione per la vigilanza sul servizio mensa scolastica. Ho letto la loro relazione, espressione di un lavoro prezioso di controllo e di proposta, pubblicata il 2 agosto sui siti locali. Ho trovato il testo documentato, rigoroso e scritto bene: segno di partecipazione civica libera e, oggi, rara. Certamente dettato dalla funzione genitoriale, dirà qualcuno. Ma appassionato e non scontato.

Ho letto anche la replica del 3 agosto della sindaca, di cui conosco, invece, stile e difese con i denti delle sue scelte amministrative. Il suo testo di replica, per me, ha dei lati fumosi. Non mi sorprende, ma, da cittadino che vuol capire, pongo dieci domande (non sono esaustive) alle quali la sindaca spero voglia rispondere in modo chiaro. Non a me, che non merito la sua attenzione, ma ai cittadini.

  1. La sua Giunta Comunale, con Deliberazione n. 119/2025 del 18 giugno 2025, aveva dato atto di indirizzo al Responsabile Unico del Procedimento e approvato il capitolato d’appalto per il Progetto di Organizzazione del servizio di refezione scolastica del Comune di Veglie. Alla scadenza del bando di gara (il 23 luglio 2025), La Fenice s.r.l. risultava essere la potenziale vincitrice perché l’unica partecipante alla gara, la stessa che per dieci anni ha gestito il servizio di mensa scolastica a Veglie. È vero o no che, se non fosse intervenuta l’indagine della Guardia di Finanza (notizia del 28 luglio 2025) non ci sarebbe stata la delibera della Giunta n. 139 del 01/08/2025 che ha revocato la precedente e definito un nuovo atto di indirizzo?
  2. È diffusa la notizia in paese che la Fenice s.r.l., da circa due anni, stia strutturando proprio nel territorio di Veglie dei locali da adibire a nuovo centro di cottura privato con l’impiego di un grosso capitale. Elemento che dà un punto di vantaggio notevole nell’espletamento di una gara d’appalto per la refezione scolastica e spingerebbe altre ditte a non partecipare alla gara vegliese. Lei è in grado di smentire questa notizia?  Se la notizia fosse vera, non getterebbe una pesante ombra sui criteri (definiti dalla stessa narrativa della delibera del 1° agosto, “restrittivi per la concorrenza”) del primo atto di indirizzo del 18 giugno anche da lei approvato?
  3. Risulta che le due commissioni-mensa, sia la vecchia che la nuova, con un lavoro encomiabile di volontariato (nonostante un vuoto di sei mesi di vigilanza e controllo per il mancato rinnovo della stessa, pur in presenza di una richiesta di proroga di quella in scadenza fino alla nomina della nuova), abbiano fatto molte segnalazioni all’amministrazione comunale sia nel 2024 che nel 2025. Tutte rimaste senza risposta. L’amministrazione non ha nemmeno risposto alla segnalazione del 19 febbraio 2024 sulla grave criticità legata all’olio rabboccato dell’opificio calabrese “Mulini Leandro”. È vero o no che nella delibera da lei votata il 18 giugno, non si trova traccia di queste osservazioni segnalate dalle commissioni?
  4. La sua Giunta Comunale per ben due volte (Delibera di Giunta Comunale n. 28/12/2023 e Delibera di Giunta Comunale n. 215 del 30/12/2024) ha approvato la “ricognizione annuale sui servizi comunali”, in cui, riguardo alla ditta che ha gestito la mensa scolastica, si legge: “Rispetto agli standard di qualità di servizi qualitativi e alla maggior parte degli indicatori previsti i risultati sono soddisfacenti”. Con questo giudizio di fine anno, è vero o no che la sua Giunta ha fatto finta di nulla sulle tante segnalazioni negative del servizio che la Commissione mensa ha formulato?
  5. Lei ha dichiarato di aver applicato alla ditta sanzioni per un totale di 27.000 euro. È credibile. Considerando, però, che il capitolato prevede multe tra i 200 e i 10.000 euro, queste penalità a quando risalgono? A quali inadempienze si riferiscono? Coprono l’intero decennio di gestione della ditta a Veglie? E, se è così, non le sembra una cifra irrisoria?
  6. Lei rivendica di aver sostenuto la Commissione mensa con l’approvazione di un regolamento. L’approvazione di un regolamento è un dovere amministrativo o un vanto politico?
  7. Risulta, anche per il parere qualificato di esperti del settore ristorazione scolastica, che l’eccellente lavoro di controllo prodotto con documenti puntuali e innovativi (es. la ricerca sullo spreco di cibo nella mensa scolastica) dalla Commissione non sconfina dai compiti assegnati, è molto qualificato ed è espressione di grande partecipazione civica. È vero o no che nella sua replica non c’è nessun riconoscimento di questo lavoro e di chi l’ha redatto?
  8. Lei sostiene che: “alcuni dei genitori firmatari della nota sono imprenditori esperti, anche nella ristorazione, allora sarebbe stato meraviglioso da parte loro iniziare ad organizzare un progetto di mensa molto più locale, genuino coinvolgendo il territorio e le aziende agricole e proporlo al Comune”. Per quale merito l’amministrazione si aspetta un simile “progetto di mensa più locale” da semplici cittadini? Non spetta all’amministrazione, che gestisce i soldi di tutti, vagliare le criticità del servizio pregresso e proporre percorsi nuovi? È vero o no che la sua replica piccata e divisiva dei componenti della commissione non potrà favorire l’organizzazione di un nuovo progetto?
  9. Lei rivendica che “la salute pubblica e dei nostri bambini è nostro principale, unico e imprescindibile obiettivo”. Non potrebbe essere diversamente. Ma non si possono dimenticare le lavoratrici e i lavoratori del servizio mensa. La stessa ditta La Fenice, dal 2019 alla fine di quest’anno scolastico, ha gestito anche il servizio del trasporto scolastico con polemiche (applicazione di un ccnl che riduceva del 25% lo stipendio, licenziamenti…) per la gestione degli autisti. Polemiche riguardanti sia la sua amministrazione, almeno per un anno, che quella precedente alla sua. È vero o no che non vi è traccia di questo controllo nei documenti ufficiali del Comune riguardante i dipendenti della Fenice s.r.l., per sapere se la ditta ha impiegato lavoratori qualificati, sufficienti e se li ha pagati in modo adeguato, come da contratto?
  10. Lei rivendica di “dedicare la mia vita tutto il giorno all’attività di Sindaco” (lasciamo stare la poca chiarezza su “svolgo questo compito in aspettativa non retribuita dal mio amato lavoro”. Dimentica la sua indennità di sindaca?). Compito complesso e difficile. Pur concedendo un generoso impegno personale, è vero o no che anche la migliore sindaca non potrà mai essere esente da omissioni ed errori? Perché sembra intollerante alle critiche? Si difende dalla debolezza e dall’incertezza con cui guida questo paese (in questo caso è comprensibile) o è allergica alla partecipazione e, sembra, che con il voler dire sempre l’ultima parola, gridi: “Non disturbare la guidatrice”?

Non risponda a me. Risponda ai cittadini, senza vittimismo e senza retorica, senza invocare “refusi” e senza “polveroni”, ammettendo che, almeno a una delle dieci domande la risposta è: “è vero”. Nell’esperienza di una sindaca c’è da mettere in conto che i dati oggettivi possono inchiodare all’errore. Basta ammetterlo. Se poi le risposte “è vero” sono di più, la conclusione politica ed etica sarebbe, almeno per me, molto diversa. Ma lei non lo ammetterà mai!

4 agosto 2025

Antonio Greco

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