«IL COMUNE AFFONDA NEL PROPRIO DISORDINE»
Comunicato di Stefano My, Consigliere Comunale di Opposizione del gruppo Cambiare Rotta
Testo integrale del comunicato di Stefano My:
PORTO CESAREO – A Porto Cesareo ci troviamo di fronte a un caso emblematico di mala gestione amministrativa, in cui la superficialità e l’improvvisazione hanno prevalso sulla legalità, con conseguenze gravissime per diportisti, pescatori, operatori turistici e l’intera economia costiera locale.
È bene ricordare i fatti con precisione:
circa tre anni fa, a seguito di una richiesta di coordinamento tra il Comune e la Capitaneria di Porto di Gallipoli, venne evidenziato un problema enorme e mai affrontato: la totalità degli “attracchi presenti in banchina e in rada” erano abusivi. Centinaia di “corpi morti” posizionati illegalmente sui fondali e decine di attacchi da diporto realizzati senza alcuna autorizzazione.
La Capitaneria, correttamente, avviò un’azione repressiva, denunciando numerosi utenti e imponendo la rimozione degli ormeggi illegali. Da quel momento, anziché affrontare con serietà e trasparenza il nodo strutturale della portualità, l’Amministrazione si è fatta prendere dal panico perché in difetto e spinta da uno stato d’ansia e di urgenza – generato da “problemi che in 15 anni di governo non aveva mai voluto risolvere” – ha scelto la strada peggiore: quella del “bypass delle procedure”, nel tentativo di sanare frettolosamente decenni di abusivismo con atti formalmente illegittimi. Ha quindi scientemente bypassato l’intero impianto tecnico-burocratico previsto dalla normativa nazionale, dando luogo ad una proposta di gestione portuale che difatti risulterebbe totalmente illegittima e oggi si è appunto arenata in un caos istituzionale senza precedenti.
Ecco i passaggi fondamentali ignorati o violati:
- MANCATA CLASSIFICAZIONE DELL’AREA PORTUALE
Secondo l’art. 4 della Legge 84/1994, la classificazione e categorizzazione delle aree portuali è competenza esclusiva del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Il Comune non ha mai richiesto ufficialmente tale classificazione, e ciò rende qualsiasi atto successivo giuridicamente nullo.
- ASSENZA DI UN PIANO REGOLATORE PORTUALE (P.R.P.)
Non esiste alcun P.R.P. approvato, né tantomeno condiviso con la Regione Puglia o corredato dai pareri obbligatori (ambientali, paesaggistici, urbanistici).
Questo documento è indispensabile per qualsiasi pianificazione infrastrutturale portuale, e la sua assenza rende illegittima ogni iniziativa comunale nel perimetro portuale.
- REGOLAMENTO PORTUALE REDATTO E ATTUATO ILLEGITTIMAMENTE
Il Comune ha approvato un Regolamento Portuale senza avere i requisiti per farlo, ovvero:
– senza una classificazione ministeriale,
– senza un P.R.P.,
Il regolamento stilato e approvato è dunque privo di efficacia normativa e non può costituire base giuridica per bandi o autorizzazioni.
- BANDI PUBBLICI NON SUPPORTATI DA NORME
Sono stati pubblicati bandi, successivamente al regolamento portuale, proprio per l’assegnazione dei posti barca in un’area che, secondo lo Stato, non è nemmeno ufficialmente un porto.
- INSTALLAZIONE DI INFRASTRUTTURE MINORI (CATENARIE) AVVIATA SENZA TITOLO
Oggi, l’Amministrazione all’assegnazione dei posteggi, consente l’installazione di catenarie da parte dei privati, scaricando su di loro costi e responsabilità, in un contesto privo di pianificazione formale.
Alcuni cittadini hanno versato centinaia di euro, altri – diffidando della legittimità dell’operazione – si sono rifiutati. E avevano ragione.
Questa operazione, oltre che illegittima, ha attivato impropriamente il coinvolgimento della Soprintendenza, la quale ad oggi non si è espressa, causando il blocco totale del progetto.
Questi non sono semplici errori: sono violazioni procedurali gravi, che minano la legalità dell’intero operato dell’Ente.
In qualsiasi altro Comune, un simile comportamento sarebbe oggetto di indagine amministrativa e politica. Qui, invece, si tenta di “tirare avanti” con spiegazioni approssimative e pareri “in arrivo” che non sanano l’illegittimità strutturale dell’operazione.
L’Amministrazione ha agito in totale assenza di copertura normativa, ignorando obblighi, forzando processi e compromettendo l’intera progettualità portuale del territorio.
Ora si trova incartata: non può procedere, non può sanare, non può garantire nulla a chi ha investito tempo e denaro credendo nelle istituzioni.
Questo disastro ha un nome e un cognome: è la responsabilità politica della Giunta in carica, incapace di guidare correttamente un processo così importante e strategico.
Chiediamo con decisione:
- il blocco immediato di ogni atto derivante da procedimenti irregolari;
- l’avvio urgente dell’iter per la classificazione ufficiale dell’area portuale;
- la stesura di un P.R.P. approvato dalla Regione e dagli enti competenti;
- l’adozione di un Regolamento Portuale coerente con la normativa vigente;
- la convocazione di un tavolo pubblico con cittadini, operatori, associazioni di categoria e autorità marittime.
Porto Cesareo merita una portualità vera, legale e stabile, non una gestione improvvisata che mette a rischio posti di lavoro, investimenti privati e l’intera tenuta economica del nostro comparto marittimo.
Il tempo delle scuse è finito. Ora servono verità, responsabilità e atti concreti.
STEFANO MY,
Consigliere Comunale di Opposizione del gruppo Cambiare Rotta
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