Assistenza sociale e Signor “M”: LA PRESBIOPIA DELLE ISTITUZIONI

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Pubblichiamo una “Lettera Firmata” che segnala la necessità di un intervento delle Istituzioni a sostegno di una persona bisognosa

«La Presbiopia è un disturbo che comporta la difficoltà di vedere in modo chiaro e nitido da vicino».

È proprio quello che sta accadendo alle Istituzioni Italiane e, nel nostro caso in particolare, a quelle vegliesi.

La società mondiale attuale sta attraversando uno dei peggiori periodi di crisi umanitarie. Le guerre che affliggono numerose zone della Terra costringono milioni di persone a fuggire dai loro Paesi. A tutti noi spetta il dovere morale di aiutare i rifugiati che arrivano anche nel nostro Paese, inteso sia come Italia che come Veglie.

Succede però che questo “dovere morale di aiutare” abbia bisogno di essere imposto dalle Istituzioni e per imporlo occorre dare un corrispettivo finanziario a chi si “prodiga ad aiutare”. E anche a Veglie sono nati dei punti di accoglienza (sicuramente non per spirito di carità) per rifugiati extracomunitari ai quali si offre un alloggio accogliente, con ampie comodità; vitto forse non abbondante, ma giusto; biciclette nuove come mezzo di trasporto; ecc. ecc.. Ed è giusto farlo perché è un nostro dovere aiutare chi ha bisogno.

A volte però dovremmo metterci gli occhiali per correggere il difetto di “presbiopia” che ci affligge un po’ tutti (compresi i servizi sociali del paese) e vedere meglio quello che accade vicino a noi e ai nostri concittadini.

Un caso eclatante di  “disparità di trattamento”,  se così vogliamo chiamarlo, riguarda il signor M. di Veglie di cui molti sanno e altrettanti non si accorgono (compresi i servizi sociali del paese).

È mai possibile che il signor M. debba approvvigionarsi dell’acqua utile alla sua sopravvivenza recandosi più volte al giorno alle fontane pubbliche con una tinozza e una bicicletta sgangherata a differenza di altre persone, anch’esse bisognose ma di altre nazioni, che hanno a disposizione acqua e docce calde?

Come si può vedere dalle foto, il signor M., di Veglie (Lecce – Puglia – Italia) ancora oggi, nel 2016, ogni giorno e più volte al giorno effettua il suo approvvigionamento idrico da una fontana pubblica per le sue necessità quotidiane. In questa tinozza di plastica c’è quanto necessita per la pulizia personale, per cucinare, per l’igiene della casa, per lo scarico del wc. È da circa un anno che gli è stata bloccata la fornitura pubblica dell’acqua per morosità. (A tal proposito se non sbaglio in qualche comune italiano è stato deliberato che non si può togliere l’acqua neppure in presenza di contenziosi o presunta morosità nei casi di indigenza e si dovrà garantire un quantitativo minimo vitale giornaliero per l’alimentazione e l’igiene personale. In altri comuni di’Italia, non a Veglie.)

Il signor M., di Veglie (Lecce – Puglia – Italia), abita da solo in una casa che dall’ufficio tecnico comunale di Veglie è stata dichiarata inagibile. Sopravvive con una pensione sociale minima. Essendo caratterialmente un mite le sue ripetute richieste di aiuto non hanno mai sortito alcun effetto da parte dell’amministrazione comunale e,  nello specifico, è stato totalmente ignorato dai servizi sociali tanto che il suo giardino è diventato una discarica a cielo aperto dove si trova di tutto, persino dell’amianto.

Il signor M., di Veglie (Lecce – Puglia – Italia), è una persona abbandonata a se stesso ed al suo infausto destino. L’unico mezzo a sua disposizione, oltre a delle vecchie scarpe rotte, è una bicicletta mezza scassata che gli è stata regalata. Dovesse aver bisogno di cure mediche o visite specialistiche non saprebbe a chi rivolgersi se non al vicinato.

Il signor M., di Veglie (Lecce – Puglia – Italia), ha 67 anni ed è affetto da sordità e da altre gravi patologie. Se fosse un extracomunitario (questo paragone non è fatto per discriminare o per istigare una guerra tra poveri ma è solo un dato di fatto) oggi sicuramente starebbe meglio, vestirebbe in maniera molto più dignitosa senza indossare abiti dismessi, avrebbe un pasto caldo e non un panino regalato da persone di buon cuore e dormirebbe al caldo. Il buon signor M. invece è costretto a vivere senza alcun tipo di calorifero e in una “casa” malsana dove già alle prime ore del giorno la luce entra naturalmente e non dalle finestre,  ma dalle numerose e ampie lesioni presenti sui muri.

Vorremmo che la “sordità” e la “presbiopia” delle nostre istituzioni venissero sanate e  corrette e che le parole “solidarietà”, “umanità”, “dignità” facessero parte anche della vita del signor M., di Veglie (Lecce – Puglia – Italia).

(A meno che “solidarietà” non sia una parola che debba essere accompagnata dalla dicitura “a fronte di un Rimborso Spese da Istituzioni Nazionali o Europee”).

Lettera firmata inviata alla redazione di Veglie News per la pubblicazione

 

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