«Dieci anni di facebook sono troppi o troppo pochi?» L’illusione di Facebook e la bellezza di Veglie vista da lontano in una lettera di Mino Mattia

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Mino Mattia

Dieci anni di facebook sono troppi o troppo pochi?

Lettera di Mino Mattia a VeglieNews

BRAZZAVILLE (Repubblica del Congo) – Carissimo Amico, scrivo a te non potendo più farlo sulla mia pagina avendo scelto di eliminarla.

Una scelta pensata, ragionata e non condivisa con nessuno, una di quelle scelte che rientrano nella sfera del “personale”.

In tanti ancora mi scrivono in privato per chiedermi di “tornare”, e questo può farmi solo piacere, ma non mi farà tornare indietro sulla mia decisione, importerà a pochi ovviamente, ma a quei pochi devo delle spiegazioni.

Stanchezza e disillusione, queste le prime motivazioni.

Stanchezza nel vedere post di odio e razzismo, stanchezza nel leggere affermazioni antiscientifiche, stanchezza nel sentirsi chiamare “santone” o “comunista”, “bastiancontrario” o “provocatore”.

Disillusione nel pensare di poter esprimere il mio pensiero liberamente quando ogni post diventava il centro di polemiche basate su tifoserie calcistiche o politiche, che poi è la stessa cosa…

In dieci anni di facebook ho conosciuto persone eccezionali, poche, e persone mediocri, tante.

L’ultima è Tao, la Persona più importante, conosciuta qui in Congo, per puro caso, per coincidenza. Un ex Bambino Soldato che imbracciava un kalashnikov più grande di lui quando aveva dieci anni e arrivato in Italia per intercessione di Sandro Pertini, con lettera scritta di proprio pugno.

Delle mediocri non parlo, non ho stimoli, tempo e voglia di parlarne, tanto non leggeranno e se leggessero non capirebbero.

Facebook mi ha illuso, per lungo tempo.

Mi ha illuso di poter dire la mia e di poter aprire dibattiti e prese di coscienza, forse presuntuosamente ho addirittura pensato di poter cambiare qualcosa, ma vedo che il Salvinismo è più forte della coscienza e della speranza in un futuro migliore.

Ma non sono triste.

Anzi!

Sono ormai nel secondo anno della mia esperienza Africana, Subsahariana, Congolese.

L’altra sera dicevo ad alcune persone care che “mi sembra di esser sempre stato qui” in un posto in cui la sopravvivenza è un obiettivo primario, cercare qualcosa da mettere nello stomaco è fondamentale, l’istruzione un lusso per pochi… eppure nessuno ruba, nessuno truffa, nessuno uccide le mogli…

Vedo tutti i giorni i famosi “palestrati” spaccare pietre di sale con colpi di piccone ben assestati, trasportare tonnellate di sacchi di farina e cemento, donne che col bambino sulle spalle trasportano pesi indicibili ed incomprensibili.

Ps. le palestre qui non esistono.

Mi sono accorto che molto spesso vedevo le situazioni della mia vita attraverso lo schermo di un cellulare, adesso ho scelto di vedere, vivere, soffrire, gioire e piangere senza filtri, ricordando quello che posso e dimenticando ciò che non è importante.

Conservo gelosamente whatsapp, l’unica applicazione davvero geniale e utile, grazie ad essa parlo tutti i giorni con Chiara, Arianna e Mirko e le mie sorelle e mio fratello, i miei genitori e quella decina di persone per me davvero importanti.

Passano giorni senza leggere le lamentele dei miei connazionali e concittadini, dei politici e dell’amministrazione del mio paese e dei funzionari che non riescono a garantire uno spettacolo in piazza, programmato da mesi, quando anche tutte le documentazioni sembrerebbero a posto e qualcuno si offre a titolo gratuito.

A tal proposito, evitiamo le solite minacce di querela, una volta tanto, sono residente in Congo.

Qui Vivo e respiro il mio paese attraverso le notizie di veglienews e controvoci, mangiando le frise di Mino, i salumi di Uccio, i formaggi di Paglialunga, i fichi secchi di Alessia i legumi di mio padre…

Ho chiuso la mia pagina facebook da un mese, ed il mio cellulare ancora mi ringrazia e forse anche qualcuno di voi avrà esclamato “finalmente”.

Ma ho mille cose da raccontare, se mi incontrerete per strada fermatemi pure, se avrete voglia di ascoltare guardando negli occhi e non in uno schermo di pochi, miseri pollici…

Veglie, da lontano, è bellissima.

Mi piacerebbe lo fosse anche da vicino, vivendoci  venendo in vacanza…

Un abbraccio,

Mino Mattia

12 settembre 2019

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