LAMPIONE IPOGEO DANNEGGIATO: CEDIMENTO O BRAVATA?
VEGLIE – È stato riaperto Mercoledì 17 dicembre il Frantoio Ipogeo di Largo San Vito a Veglie dopo un eccellente lavoro di ripristino che lo ha reso agibile e in regola con le normative vigenti.
Alla cerimonia di riapertura erano presenti Sua Eccellenza il Prefetto Natalino Domenico Manno, il Consigliere regionale Stefano Minerva, il Presidente del GAL Terra d’Arneo Cosimo Durante, la Sindaca di Veglie Mariarosaria De Bartolomeo oltre ad altre autorità politiche, civili e militari.
È stato un bel momento che ha visto la partecipazione anche di numerosi cittadini che hanno potuto visitare il Frantoio ed ascoltare la Storia che in esso è racchiusa.
Purtroppo sono bastati solo 3 giorni per riportarci alla “normalità quotidiana” che ormai da tempo pervade il Centro Storico di Veglie.
La mattina del 20 dicembre è stato trovato divelto uno dei pali delle lampade che illuminano lo spiazzo antistante il Frantoio.
Attualmente lo spuntone rimasto è stato coperto con un vaso di fiori.
Ad un primo sguardo superficiale e da non addetti ai lavori, non si riesce a capire se l’abbattimento sia dovuto a un cedimento o ad una bravata di qualcuno.
Tempo fa sulle pagine di veglie news fu pubblicata una lettera riguardante le scritte sui muri dal titolo: PAOLO SORRENTINO: «Ho scritto una lettera a Dio. Gli ho scritto “Dio occupati tu dell’educazione. Non dei figli ma dei genitori”».
Nella lettera ad un certo punto si scriveva (provocatoriamente):
“Sarebbe opportuno, una volta risaliti agli autori, punirli. Ma non i ragazzi. I genitori. Facendo pulire da loro i muri, con la forza delle loro stesse braccia e con il materiale occorrente per la pulizia comprato con i loro soldi. Tutto questo mentre i figli, autori dei graffiti, guardano i genitori ripulire lo scempio creato da loro stessi. Forse non è una punizione legale, ma sicuramente potrebbe essere un buon deterrente. Non per i figli. Ma per i genitori a educare meglio i propri figli.”
Ma attuare, o solo pensare, questa procedura era impossibile perché (si diceva) non esistono le prove di chi è stato, non esistono telecamere, non ci sono denunce al riguardo.
In questo caso particolare del lampione non sappiamo ancora quale sia stata la causa ma abbiamo un vantaggio. Nel progetto di adeguamento sono previste le videocamere di sorveglianza e dalle foto sembra proprio che siano state installate e che siano funzionanti.
Se non è stato già fatto, basterebbe controllare le immagini e risalire alla causa del cedimento. E se il cedimento è dovuto a una “bravata” di qualcuno sarebbe opportuno prendere provvedimenti. A maggior ragione se si tratta di minorenni.
Questa decisione non deve servire a far sapere chi è stato. A nessuno deve interessare questo dato. Dovrebbe servire invece a “punire” gli autori e di conseguenza, se minorenni, anche i genitori facendo pagare i danni.
Una punizione che dovrebbe essere un deterrente e dare un segnale a quanti pensano che danneggiare i beni comuni non arreca conseguenze, che è possibile farlo perché nessuno mai pagherà i danni, che tutto è lecito solo perché minorenni. Pensieri che purtroppo sono molto frequenti nei discorsi di alcuni ragazzi e ragazze che frequentano il centro storico la sera.
Restiamo in attesa di conoscere le cause del cedimento e se fosse la conseguenza di una bravata speriamo in una punizione che serva da deterrente per tutti.
Veglie News
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