Luigi Presicce torna a Porto Cesareo con una mostra speciale nella storica chiesa piccola

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Luigi Presicce

Una mostra speciale nella storica chiesa piccola con più di 20 gli artisti coinvolti

Articolo di Alessio Peluso

PORTO CESAREO – Luigi Presicce torna a casa. Per una notte sola, giovedì 24 luglio dalle 19:00, ma con tutto il peso e la leggerezza che porta l’arte quando incontra i luoghi cari. La Cappella Beata Vergine Maria del Perpetuo Soccorso conosciuta come la Chiesetta Piccola del centro storico di Porto Cesareo, quella con la facciata che tutti conoscono riapre le sue porte per accogliere una mostra intensa, pensata proprio per quello spazio.

L’evento, organizzato dall’Associazione Santa Cesarea con il patrocinio del Comune di Porto Cesareo, la disponibilità del parroco Don Antonio Bottazzo e il sostegno della Biblioteca Alberti e della Pro Loco, è prima di tutto un gesto, un modo per restituire voce, attenzione e dignità a un luogo che ha bisogno di cura, bellezza e significato.

Luigi Presicce, nato a Porto Cesareo nel 1976, oggi vive e lavora a Firenze, ma continua a portare il Sud nel suo lavoro ovunque vada. Pittore, performer, artista visivo, la sua traiettoria lo ha portato in residenze a Milano, Roma, Palermo, New York, e spesso anche molto più vicino, tra Puglia e Calabria. Nel corso degli anni ha sviluppato una ricerca articolata, tra residenze artistiche, opere pittoriche e progetti collettivi, che testimoniano una pratica versatile e coerente.

Un percorso che pur muovendosi in contesti diversi, ha mantenuto un dialogo costante con il territorio d’origine e con le sue trasformazioni. Il progetto pensato dall’artista cesarino insieme al collega Matteo Coluccia, non è solo una mostra d’arte nel senso classico del termine. La sera del 24 luglio non aspettatevi quadri appesi, luci soffuse, gente che bisbiglia con un bicchiere di prosecco in mano. Si tratta di un’altra cosa.

Un incrocio tra un Simposio (quello con la S maiuscola, alla greca) e una mostra itinerante (che fa tappa a Porto Cesareo) dal nome bizzarro e irresistibile il “Polka P.”, un progetto dal nome scanzonato e provocatorio, che riflette perfettamente lo spirito leggero quasi ironico e al tempo stesso seducente dell’iniziativa. L’intero progetto è, prima di tutto, un atto d’amore per l’arte che si vive, si condivide, si attraversa.

Oltre venti artisti hanno scelto di partecipare, portando autoritratti, presenze e visioni, in una forma espositiva che supera il concetto tradizionale di mostra. E’ un evento che richiama all’urgenza del fare arte oggi: con consapevolezza, con responsabilità, con il desiderio di restituire profondità allo sguardo. Non un gesto decorativo, ma una presa di posizione.

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