Antonio Greco: «PUG VEGLIE: LA TELENOVELA URBANISTICA»

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Lettera del prof. Antonio greco: «PUG VEGLIE: UNA STORIA INGIUSTIFICATA»

A Veglie il piano urbanistico è come una serie TV senza finale.

Nel maggio 1981 il Comune adotta il Piano Regolatore Generale. Seguono 165 osservazioni dei cittadini, ritenute fondate dall’Amministrazione.

La Regione Puglia approva il P.R.G. nel 1987 accogliendo solo 7 osservazioni.

Da allora si susseguono numerose varianti: senza lo storico dell’Albo Pretorio (mancanza scandalosa!) per me è difficile quantificarle.

Nel 1999, quando una variante generale sta per essere approvata, cade l’amministrazione.

Dal 2001 nuove norme regionali impongono di ripartire da capo.

Nel 2004 la Giunta Carlà adotta il Documento Programmatico Preliminare (DPP) al PUG, a firma dell’arch. Antonio Anglano.

Nel novembre del 2008, previo atto di indirizzo della giunta Fai e avviso pubblico per incarico con procedura negoziata senza previa pubblicazione di un bando di gara, l’allora Direttore Generale dott. Cannazza affida l’incarico per la redazione del Piano Urbanistico Generale (PUG) allo stesso professionista che ha redatto il PUG di Porto Cesareo. Nei confronti del provvedimento fa ricorso un architetto di Lecce. Il TAR entra in scena e cancella tutto.

E il dramma del nuovo PUG si ingarbuglia sempre più.

Nel marzo del 2011 la Giunta Aprile, presente l’assessore Maria Rosaria De Bartolomeo, con una importante delibera approva le determinazioni per il PUG sulla base di una Relazione del responsabile del Settore Urbanistica sul fabbisogno per la redazione del P.U.G: costituzione dell’Ufficio di Piano strutturato in due gruppi: Gruppo di Coordinamento interno all’Ente (con due tecnici esterni di alta professionalità per il CAD) e Gruppo di progettazione multidisciplinare esterno all’Ente. Costi previsti complessivamente in € 338.400,00.

Metodo trasparente e non contestato.

Nel 2013 viene avviata, dall’ingegnere Mauro Manca, un’indagine di mercato per l’affidamento dell’incarico, ma una nota dell’Ordine degli Ingegneri diventa un pretesto per bloccare tutto. I plichi inviati dai due partecipanti, tra molte proteste degli stessi, restano chiusi.

Segue un lungo silenzio: sette anni di pausa durante le due giunte Paladini.

Nel 2023, con le Linee Programmatiche (CC. Del. n. 33 del 30/10/2023) la nuova sindaca De Bartolomeo, trattenendo per sé la delega all’urbanistica, promette un “PUG innovativo e partecipato”.

Il 17 giugno 2024 la Giunta approva la delibera n. 94, che rilancia il percorso come “atto di indirizzo” e del travagliato iter del passato salva solo il DPP del 2004.

Dopo 16 mesi di silenzio e di pausa pubblicitaria, il 23 ottobre 2025, arriva la determina del responsabile del Settore LL.PP., che affida direttamente all’ Arch. ANDREASSI Gianluca (nel cui curriculum si legge che, tra i tanti altri incarichi, risulta essere anche il Progettista della Variante Generale al PUG del Comune di Porto Cesareo) “l’affidamento dei servizi tecnici per le attività dell’atto di indirizzo e del PUG” per un importo complessivo di € 88.816,00.

Il provvedimento, sottoposto a critiche, non è oggetto di questa mia nota.

( >>> LINK ALLA DETERMINA N.51 DEL 22/10/2025 )

Aspetto politico della telenovela

La sindaca risulta firmataria di due atti opposti sullo stesso argomento: quello del 2011 (come assessore) e quello del 2024 (come sindaca).

Confrontando i due atti (che si allegano), emerge che l’attuale sindaca ha fatto una scelta politica in contrasto con quella fatta nel 2011: per la redazione del PUG ha voluto l’affidamento diretto (ex art. 50 Dlgs 36/2023) a un professionista e ha rinunciato a una gara pubblica o a manifestazioni di interesse. La scelta per un “PUG innovativo e partecipato”, almeno in questa prima fase, è rimasta lettera morta delle Linee Programmatiche del 2023.

( >>> LINK ALLA DELIBERA N.51 DEL 25/03/2011 )

( >>> LINK ALLA DELIBERA N.94 DEL 17/06/2024 )

Preciso che non metto in discussione il professionista individuato, né le sue competenze. Il punto è politico e metodologico. Ed è vano porre interrogativi retorici alla sindaca: chi lo ha scelto, quanto costa, per quali compiti è stato nominato? Le risposte sul vestito costruito su misura le ha già pronte.

Un dato oggettivo politico, però, è certo ed è a questo che deve rispondere, non a me ma ai cittadini.

Nell’esercitare il potere dell’affido diretto, sindaca e tre assessori della Giunta, con la Delibera 94/2024, hanno dimenticato che questo stesso metodo è fallito nel 2008 (di questo passaggio fallimentare, addirittura, non c’è traccia nella narrativa della delibera); hanno revocato la delibera del 2011 ma anche hanno seppellito il suo metodo (Relazione del Responsabile del Settore e fabbisogno professionale ed economico per la redazione). Va aggiunto, però, che hanno anche dimenticato di revocare la Determina n. 333 Reg. Generale del 01/08/2013 (INDAGINE DI MERCATO): non sappiamo quali conseguenze trarranno i due partecipanti.

Più semplicemente: hanno preferito un ritorno, senza giustificazioni politiche, a logiche già fallite. Un ritorno al passato del 2008 non giustificato: – non dalla fretta del mandato che è entrato già nel secondo tempo: i tempi dei PUG sono lunghissimi (cfr. il PUG di Lecce); – non da nuove norme sopravvenute (l’unica norma regionale sopravvenuta è del 2015 e riguarda la VAS); – non dal fabbisogno economico, destinato a salire rispetto al 2011.

Allora, sindaca, perché il ritorno a un metodo già fallito?

Eppure, il paese non merita questa telenovela (o forse sì?)

Il PUG non è un mero documento tecnico o un esercizio amministrativo di routine: è l’atto che disegna la Veglie dei prossimi decenni. È uno strumento essenziale perché regola le risorse essenziali del vivere del nostro paese: abitare, lavorare, rifornirsi, curarsi, studiare, divertirsi. Deve affrontare in modo organico anche le sue emergenze. Da quelle immediate dei tanti cittadini che devono pagare l’IMU per un terreno che non diventerà mai edificabile (cfr. i tanti comparti senza futuro edificatorio, i tanti cartelli “vendesi”),  alla emergenza sanitaria dovuta alla mortalità oncologica; all’emergenza ambientale con il lento e progressivo abbandono e desertificazione della campagna; all’emergenza sociale con le soglie di povertà che crescono; all’emergenza demografica con un indice di vecchiaia che anche a Veglie è il doppio rispetto ai giovani; al problema della mobilità e dei trasporti.

38 anni di telenovela sembrano non ancora finiti.

Se a una maggioranza, che ha inserito la marcia indietro, aggiungiamo una minoranza che si condanna da sola per i toni rancorosi anche nelle poche volte che ha ragione; se al silenzio degli ordini professionali locali (ingegneri, architetti e geometri) aggiungiamo la raucedine dei comitati elettorali perché i partiti non esistono più, il PUG di Veglie, mito invocato ma di fatto solo sognato, resta una promessa sospesa.

Sarò smentito? Me lo auguro.

5 novembre 2025

Antonio Greco

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