dott. Fabio Coppola: «L’INVIDIA NUOCE ALL’INVIDIOSO»

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Superstizione e psicologia sulla pietra

 

“Invidia invidenti nocet”, si legge sull’architrave di una finestra modanata con motivi floreali. Al civico 44 di via San Giovanni a Veglie, al piano superiore dell’ex palmento della famiglia Miccoli.

Si può leggere la stessa iscrizione latina datata 1515 a Squinzano, in via Armando Diaz numero 42 sulla finestra di un balcone appartenuto al sacerdote Michele Chezzi.

A Manduria al vico I Marco Gatti numero 11 è stata incisa nel 1572 su una finestra del palazzo cinquecentesco “Dimitri-Sbavaglia”; a Locorotondo sull’architrave della porta di una casa in via dottor Guarnieri numero 9, datata 1778.

La sua funzione è apotropaica, scaramantica, poiché secondo la superstizione una persona invidiosa è in grado di causare il malocchio, la fascinazione. Pertanto scrivere sul prospetto “L’invidia nuoce all’invidioso” doveva servire a proteggere la casa e chi la abitava.

L’invidioso invece di ammirare o emulare la persona più brava o più fortunata di lui, prova ostilità nei suoi confronti. Pensa di essere incapace di ottenere i beni o le qualità dell’altro, e allora prova un senso di frustrazione. Per questo motivo l’invidia nuoce all’invidioso, perché lo fa sentire inferiore; e siccome l’invidia è disapprovata a livello sociale, lo fa sentire anche cattivo, e viene percepito cattivo dagli altri. Chi invidia, desidera il male altrui per eliminare la disparità percepita tra sé e l’altro. Obiettivo dell’invidia è eliminare il senso di inferiorità.

Per gestire la sofferenza della persona invidiosa, è sicuramente indicato un training per accrescere l’autostima a cura di uno psicologo.

Veglie, 06/01/2021

Dott. Fabio Coppola

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