Dott. Fabio Coppola: «Macchia Lupomonaco: SIC o NON SIC?»

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Dott. Fabio Coppola: «Il riconoscimento di SIC e  Parco Naturale hanno determinato nei territori finanziamenti, prestigio, attrazione turistica, e sono stati indicatori di qualità ambientale»

Lettera del dott. Fabio Coppola:

SIC O NON SIC?

VEGLIE – Nell’aprile del 2000 con decreto del Ministero dell’Ambiente furono riconosciuti i SIC in provincia di Lecce, aree naturali che per il pregio e la rarità degli habitat sono considerati appunto siti di importanza comunitaria. Furono individuate anche aree con estensione di soli otto ettari, come il Bosco di Otranto.

Nel 2010 da uno studio dell’Università del Salento emerse che la macchia mediterranea in contrada “Lupomonaco”, di circa venticinque ettari, ha i requisiti per ottenere il riconoscimento di area SIC. Studio commissionato dal Comune di Veglie e poi finito nel cassetto senza motivo apparente.

Per l’esattezza già nel 2001 ci fu uno studio dettagliato delle aree naturali “Lupomonaco”, “Rizzi” e “Casa Porcara” a cura della biologa Raffaella Durante.

Nel febbraio 2015 entrò in vigore il Piano Paesaggistico Territoriale della Puglia, che classifica le aree a macchia mediterranea “Lupomonaco, Rizzi e Casa Porcara” come bosco.

La normativa vigente in materia di aree SIC sembrerebbe pressoché invariata nel corso del tempo.

Domenica 19 novembre 2017 l’Assessore all’Ambiente del Comune di Veglie dichiarava su Nuovo Quotidiano di Puglia: “E’ intento di questa amministrazione, rendere quell’area SIC. Tale volontà è dimostrata da una nostra prima richiesta indirizzata alla Regione in data 13/1/2017. Richiesta respinta il 2 febbraio successivo a causa della scarsa metratura dell’area”.

In attesa di fare chiarezza sulla vicenda, mi piace ricordare che finora, il riconoscimento di SIC e i parchi naturali in genere hanno determinato nei territori finanziamenti, prestigio, attrazione turistica, e sono stati indicatori di qualità ambientale.

Basti pensare che la manovra economica del governo per l’anno 2018 prevede l’istituzione dell’area marina protetta “Capo d’Otranto-Grotta Zinzulusa e Romanelli”, finanziata con centomila euro, e trecentomila euro dal 2019 (fonte ANSA).

Veglie, 02/12/2017

Dott. Fabio Coppola

 

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