DUE PARCHI EOLICI IN TERRA D’ARNEO: C’È TEMPO FINO AD APRILE PER PRESENTARE OSSERVAZIONI E FORNIRE ULTERIORI ELEMENTI E VALUTAZIONI SULLA FATTIBILITA’ DEL PROGETTO

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PRESENTATO UN PROGETTO PER UN PARCO EOLICO DI 7 E UNO DI 14   AEROGENERATORI DA 6 MW L’UNO PER UNA POTENZA TOTALE DI 126 MW NEL TERRITORIO DI VEGLIE E  SALICE SALENTINO CON RICADUTE NEI TERRITORI DI ERCHIE, SAN PANCRAZIO SALENTINO, GUAGNANO, AVETRANA

Le opere in progetto prevedono la realizzazione di due “Parchi eolici” per la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile (vento) e l’immissione dell’energia prodotta, attraverso una opportuna connessione, nella Rete di Distribuzione Nazionale

Sono disponibili sul sito del Ministero dell’Ambiente i 196 documenti con più di mille pagine riguardanti i progetti che prevedono la realizzazione di due parchi eolici in Terra d’Arneo composti il primo da 7 torri eoliche da 6 MW l’una presentato da “Iron Solar s.r.l.” di Milano e il secondo da 14 torri eoliche da 6 MW l’una presentato da “Enel Green Power Italia S.r.l.” di Roma.

Leggendo la documentazione, i progetti rispettano tutta la normativa vigente e non hanno niente che sia fuori dalle regole attuali.

I progetti sono presentati come se fossero l’unica opportunità per il rilancio del nostro territorio “degradato e in stato di abbandono”.  Ancora meglio, vengono presentati come un’opportunità per abbellire il nostro territorio realizzando il “Parco del Vento” con piste ciclabili e la possibilità di realizzare un parco da visitare.

Quello che vogliamo fare con questa lettera non è una “Osservazione Tecnica” ai progetti. Non ne abbiamo né le competenze né le capacità.

Il nostro scopo è portare all’attenzione di tutti i cittadini, associazioni, politici, tecnici e tutti coloro che sono interessati, i progetti in corso di accettazione e sollevare una questione morale riguardo la necessità di violentare ancora una volta il nostro territorio. Abbiamo già subito l’installazione selvaggia di pannelli fotovoltaici; si stanno abbandonando i vigneti; la xylella sta distruggendo gli oliveti; mancano  incentivi per recuperare le  preziose masserie.

È davvero il parco eolico l’unica soluzione a questa strage?

Qualcuno potrebbe accusarci di essere “NIMBY” (Not In My Back Yard, “Non nel mio giardino”). In realtà è solo che vorremo che il nostro territorio ri-vivesse  di altre opportunità più legate all’agricoltura e alla zootecnia (risorse storiche del nostro territorio) e al turismo e agriturismo (nuove opportunità che il nostro territorio può sfruttare in maniera straordinaria).

Parliamo adesso dei progetti in corso.

  • In data 2 febbraio 2021 è stato protocollato presso il Comune di Veglie da parte del “Ministero dell’Ambiente e della tutela del Territorio e del Mare” l‘istanza per l’avvio del procedimento per la Valutazione di Impatto Ambientale per la realizzazione di un impianto eolico composto da 7 aerogeneratori di potenza unitaria complessiva pari a 6 MW per una potenza complessiva paria 42 MW ricadente nei territori di Veglie e Salice Salentino e con opere di connessione nei Comuni di Erchie e San Pancrazio Salentino da parte di “Iron Solar srl”  come da richiesta inviata dalla stessa al Ministero.   Tutta la documentazione tecnica relativa alla richiesta da parte della “Iron Solar srl”  è disponibile all’indirizzo del Ministero al seguente link:  https://va.minambiente.it/it-IT/Oggetti/Documentazione/7643/11080 .

L’abitato del Comune di Veglie si trova a 9 km a sud-est rispetto all’impianto che si trova a nord dell’autodromo di Nardò, in corrispondenza dell’intersezione tra le strade provinciali SP n. 107 e SP n. 109, che attraversano il parco rispettivamente in senso orizzontale e verticale. L’area di intervento rientra nell’ambito paesaggistico n. 10 “Tavoliere Salentino”, e più precisamente nella figura territoriale e paesaggistica “La Terra dell’Arneo”.

Le turbine in progetto saranno montate su torri tubolari di altezza (base-mozzo) pari a 165 m, con rotori a 3 pale ed aventi diametro massimo di 170 m e lunghezza della pala 83  m. Durante il funzionamento emettono un suono  di 97 dB(A) per ogni torre.

(In una pagina di una relazione dei due progetti si legge che: per “Tutto il territorio nazionale” i limiti di accettabilità del rumore sono Leq(diurno) = 70dB(A)  –  Leq(notturno) = 60 dB(A).)

Per la realizzazione delle 7 piazzole degli aerogeneratori  e  per la costruzione e la modifica  di strade per il passaggio di veicoli speciali per il trasporto del materiale è prevista in un primo tempo  l’asportazione di uno strato superficiale del terreno agricolo, per uno spessore medio di cm 50 (scoticamento) per una superficie totale di 8.800 mq.

All’interno dell’area dell’impianto si segnala la presenza di alcuni progetti di reti ciclabili quali il progetto di cooperazione internazionale CYRONMED (Cycle Route Network of the Mediterranean) finanziato con fondi della Regione Puglia e la CICLOVIA DELL’ACQUEDOTTO PUGLIESE, un percorso cicloturistico ed escursionistico di 500 km che attraversa tre regioni del Sud (Campania, Basilicata e Puglia) e che segue il tracciato di due condotte storiche dell’acquedotto collegando alcuni dei luoghi più affascinanti e ancora poco valorizzati della penisola: Alta Irpina, Vulture Melfese, Alta Murgia, Valle d’Itria, Arneo ed entroterra del Salento.

  • In data 25 febbraio 2021 è stato protocollato presso il Comune di Veglie da parte del “Ministero dell’Ambiente e della tutela del Territorio e del Mare” l‘istanza per l’avvio del procedimento per la Valutazione di Impatto Ambientale per la realizzazione di un impianto eolico composto da 14 aerogeneratori di potenza unitaria complessiva pari a 6 MW per una potenza complessiva paria 84 MW ricadente nei territori di Veglie, Guagnano e Salice Salentino  e con opere di connessione nei Comuni di  Avetrana,  San Pancrazio Salentino ed Erchie da parte di “Enel Green Power Italia Srl”  come da richiesta inviata dalla stessa al Ministero.   Tutta la documentazione tecnica relativa alla richiesta da parte della “Enel Green Power Italia Srl”   è disponibile all’indirizzo del Ministero al seguente link: https://va.minambiente.it/it-IT/Oggetti/Documentazione/7695/11159

L’impianto delle 14 pale eoliche è ubicato a Nord-Ovest dell’abitato di Veglie, a una distanza dal centro abitato di circa 7,0 km. Le quattro torri ricadenti nel feudo di Veglie saranno ubicate nelle località “Cantalupi” e “Masseria Nova”.

L’area d’impianto è attraversata in direzione Nord-Sud dalla SP109 nel tratto compreso tra il paese di San Pancrazio Salentino e Torre Lapillo; si trova a Nord della SP111 nel tratto compreso tra il paese di Veglie e l’immissione sulla SP 109; è attraversato in direzione Est-Ovest dalla SP107 nel tratto compreso tra il paese di Salice Salentino e Avetrana; si trova a Sud-Ovest della SS7 ter in prossimità del paese di San Pancrazio Salentino.

Il parco eolico interessa una superficie complessiva di circa 1.040 ettari, anche se le porzioni di suolo effettivamente occupato sono limitate alle aree occupate da aerogeneratori e piazzole.

Per i Comuni possono essere previste misure compensative, non monetarie, come interventi di miglioramento ambientale, di efficienza energetica o di sensibilizzazione dei cittadini.

I 14 aerogeneratori saranno ubicati su torri che avranno un’altezza di 135 m. Il diametro massimo del rotore  a tre pale, ognuna delle quali di lunghezza pari a 83,50 m.,  sarà di 170 m. L’altezza complessiva fuori terra sarà quindi di 220 m circa.

Nella relazione si legge che durante l’esercizio il livello di pressione sonora generato sui recettori sensibili (abitazioni, masserie, opifici, ecc,) sarà sempre inferiore a quello previsto dalla normativa che è Leq(diurno) = 70dB(A)  –  Leq(notturno) = 60 dB(A).  La normativa presa a riferimento riguarda  i “Limiti di accettabilità” riferiti a “Tutto il territorio nazionale” in quanto i Comuni interessati nel progetto non sono classificati acusticamente.

Nella relazione si legge inoltre che: “Per i limiti differenziali di immissione riguardano gli ambienti abitativi interni, per ragioni di inaccessibilità ai fondi privati, non è stata prevista l’esecuzione di misure fonometriche all’interno dei recettori. La presente Valutazione previsionale d’Impatto acustico fa dunque riferimento a misure eseguite all’esterno dei recettori, sui confini delle proprietà. In fase post-operam dell’opera di progetto dovranno essere verificati i suddetti limiti all’interno degli ambienti abitativi dei recettori individuati.”

(Segue una relazione specifica sull’inquinamento acustico con diverse tabelle relative al rumore che arriva ai ricettori sensibili presenti nel raggio di 1 km dall’impianto con schede relative a ognuno dei recettori. Non siamo riusciti  a trovare il valore in dB(A) riguardante il rumore generato all’origine dall’impianto).

Per la realizzazione delle 14 piazzole è prevista in un primo tempo  l’asportazione di uno strato superficiale del terreno agricolo, per uno spessore medio di cm 30 (scoticamento) per una superficie totale di 21.000  mq. Se necessario, la Direzione Lavori potrà disporre, previa autorizzazione dell’Ispettorato Forestale, il taglio delle piante, l’estirpazione delle ceppaie, radici ed arbusti ed al loro trasporto fuori dall’area di cantiere.

***

A partire dal 2 febbraio 2021 per il primo progetto e dal 25 febbraio 2021 per il secondo progetto,  ci sono 60 giorni di tempo entro il quale chiunque può presentare proprie osservazioni concernenti la valutazione di impatto ambientale  fornendo elementi per spiegare i motivi che sconsigliano l’installazione dei parchi eolici nel nostro territorio.

Ai comuni di Veglie, Salice Salentino, Guagnano, Avetrana, Erchie, San Pancrazio Salentino  viene chiesto di dare informazioni al riguardo.

Le richieste fatte dalle due Aziende al Comune di Veglie si  basano su un Piano Regolatore Generale (P.R.G.) del Comune di Veglie (LE), adottato con D.C.C. n. 149 del 02/05/1981 quando ancora niente di tutto questo era previsto per il nostro territorio. Il P.R.G. di Veglie non regolamenta gli impianti da fonti rinnovabili.

Nelle relazioni si mette in risalto da parte delle aziende realizzatrici degli impianti che “La ricerca di una integrazione  dell’eolico al paesaggio è cosa vana, piuttosto l’eolico diviene parte del paesaggio e le sue forme contribuiscono al riconoscimento delle sue specificità. La questione non è tanto legata a come localizzare l’eolico per evitare che si veda, ma a come localizzarlo producendo dei bei paesaggi. L’obiettivo deve necessariamente essere creare attraverso l’eolico un nuovo paesaggio o restaurare un paesaggio esistente. L’eolico diviene occasione per la riqualificazione di territori degradati”.

Sarà davvero questo il risultato finale? Davvero siamo ancora convinti di avere un territorio “degradato” che non ha altro scopo che essere colonizzato ancora da pannelli fotovoltaici e pale eoliche? O dobbiamo ancora  farci trattare come gli indiani americani che regalavano agli invasori spagnoli le loro miniere  e le  loro terre in cambio di straordinari e magici  “specchi”?

Sulle relazioni si legge quello che le aziende offrono al Comune: “…La Società proponente, in accordo con il Comune, si impegna a promuovere e sostenere economicamente nel territorio comunale le azioni e gli interventi previsti nel Piano di Azione (Riqualificazione urbanistica – Riqualificazione sociale – Sviluppo economico). Inoltre, per la fornitura ed i lavori da appaltare, la Società si impegna a stimolare e a utilizzare massimamente le imprese e le maestranze locali, compatibilmente con i requisiti tecnici e le capacità professionali richiesti per la migliore realizzazione del Parco Eolico.”

È  SOLO questo quello di cui abbiamo bisogno? È SOLO questo quello che possono offrire?

E ancora nelle relazioni si legge: “L’area si sviluppa nei comprensori comunali di Salice Salentino (LE) e Veglie (LE), ad ovest rispetto ad entrambi i centri abitati, ed è scarsamente connotata da elementi del paesaggio così come indicati dal Piano Paesaggistico Territoriale della Regione Puglia. Essa inoltre presenta saltuarie criticità sotto il profilo paesaggistico-ambientale: l’abbandono e il progressivo deterioramento delle strutture, dei manufatti architettonici e, in taluni casi, dei segni delle pratiche rurali tradizionali, contribuisce a comporre un quadro di degrado che necessita certamente di interventi di riqualificazione, sia sotto il profilo strutturale che immateriale.”

È quindi questa l’idea di riqualificazione del nostro territorio? Invadere le campagne con torri eoliche anziché  incentivare l’agricoltura e l’agriturismo che possono  invece essere un volano  per tutta l’economia del nostro territorio?

Sempre nella relazione  si legge: “…si evince come il contesto di riferimento appaia da un lato caratterizzato da componenti che costituiscono senza dubbio gli elementi qualificanti del paesaggio, dall’altro da ulteriori emergenze che tuttavia rappresentano talvolta fattori di compromissione delle valenze paesaggistiche. Va segnalato a tal proposito l’imponente struttura del serbatoio dell’AQP posto ad una quota di 94 metri s.l.m., ovvero su un’altura dominante l’intera area.”

Come a voler dire “visto che c’è già una struttura che deturpa possiamo continuare a deturpare”!

Secondo quanto scritto nelle relazioni, il nostro territorio risulterebbe “particolarmente idoneo”  alla realizzazione dei  parchi fotovoltaici in quanto “aree già compromesse da processi di dismissione e abbandono dell’attività agricola, da processi di degrado ambientale e da trasformazioni che ne hanno compromesso i valori paesaggistici” (aree produttive pianificate, aree prossime ai bacini estrattivi ecc.).”

Questa è la fine che stiamo facendo fare al nostro territorio senza incentivi che possano dare uno slancio notevole alle attività agricole, zootecniche e agrituristiche. È stato fatto di tutto per distruggere e svalutare il nostro territorio per poi svenderlo alle multinazionali dell’energia.

Ci siamo già passati con i pannelli fotovoltaici  grazie ai quali hanno dilapidato ettari ed ettari di terreno lasciando alle spalle dopo pochi anni macerie e impianti in disuso.

Nelle relazioni sono previste attività di monitoraggio sulla Flora, sulla Vegetazione e sulla Fauna sia durante i lavori che in fase di piena operatività dell’impianto.  Ci si domanda a cosa possa servire il monitoraggio una volta stravolto l’ecosistema  dei luoghi e quale sarà  l’impatto di un rumore costante di 97db(A) e dell’ombreggiamento intermittente sulle numerose specie di fauna e avifauna (correttamente censite nelle relazioni)  dei luoghi interessati.  Il monitoraggio (fatto con tutte le regole scritte nel protocollo) potrebbe servire soloa confermare il danno arrecato all’ambiente faunistico circostante.

Nelle relazioni vengono anche discusse le probabili alternative all’impianto eolico che sono:

1) alternative strategiche; 2) alternative di localizzazione; 3) alternative di processo o strutturali; 4) alternative di compensazione; 5) alternativa zero.

L’alternativa zero è stata scartata perché l’intervento rientra tra le tipologie impiantistiche previste dalla programmazione nazionale e regionale per: “il mantenimento ed il rafforzamento di una capacità produttiva idonea a soddisfare il fabbisogno energetico della Regione e di altre aree del Paese nello spirito di solidarietà; la riduzione delle emissioni di CO2 prodotta da centrali elettriche che utilizzano combustibili fossili; la diversificazione delle risorse primarie utilizzate nello spirito di sicurezza degli approvvigionamenti; lo sviluppo di un apparato diffuso ad alta efficienza energetica.”

L’alternative di localizzazione è stata scartata anche perché secondo quanto scritto  “la realizzazione del parco eolico si configura come occasione per convertire risorse a favore del miglioramento delle aree produttive, periferiche o degradate”  ed ancora “La realizzazione del parco inteso come “progetto di comunità” si può configurare come occasione di conservazione, potenziamento e nuova modalità di fruizione, anche turistica, del territorio e del paesaggio esterno al centro abitato”

Siamo davvero sicuri di voler svendere il nostro territorio accettando espropri con rimborsi quasi ridicoli?

Siamo davvero convinti che il nostro territorio sia così  degradato che non ha altre possibilità di riscatto  se non  i parchi eolici?

Parliamone. Discutiamone.

Veglie News

7 marzo  2021

5 COMMENTS

  1. L’ENERGIA EOLICA: PERCHE’ CONVIENE

    Ultimamente la Terra d’Arneo è tornata alla ribalta della cronaca per via di progetti tesi a realizzare all’interno del territorio comunale delle pale eoliche.
    Ma che cos’è l’energia eolica?
    L’energia eolica è una forma di energia che si ricavata dalla forza del vento.
    Grazie a diverse operazioni, quest’ultima viene trasformata in energia, soprattutto in energia elettrica.
    La forza del vento consente di far girare le eliche delle pale eoliche attivando in tal modo una turbina.
    Una energia cinetica viene prodotta da quest’aria circolante accompagnata da varie proprietà elettromagnetiche.
    Il divario di carica elettrica che appare da questo procedimento diventa energia elettrica.
    Questo sul piano strettamente tecnico.
    Sul piano storico conviene ricordare che l’energia eolica non è affatto una fonte energetica recente in quanto già nell’antichità l’energia eolica veniva impiegata dalle imbarcazioni e perfino dalle slitte nei territori più freddi del pianeta.
    I mulini a vento sorti nelle civiltà mesopotamiche fanno parte ormai da diversi secoli parte integrante di diversi paesi europei e non solo e venivano usati nel funzionamento dei frantoi, per attivare le pompe dei pozzi e le segherie e magli per le fucine.
    Bisognerà comunque aspettare gli inizi del secolo scorso per vedere i primi generatori elettrici in grado di essere attivati grazie all’energia eolica.
    A questo punto conviene definire cos’è il parco eolico in cui vengono inseriti gli aerogeneratori.
    Questi ultimi vengono realizzati dentro una area delimitata che porta appunto tale denominazione.
    Generalmente gli aerogeneratori sono delle vere e proprie torri che possono giungere anche ad oltre 200 metri di altezza in cui si trovano le pale eoliche, fulcro fondamentale.
    Tali impianti sono collegati tra loro attraverso una connessione di media tensione.
    La comunicazione tra loro viene assicurata mediante un sistema di monitoraggio remoto.
    Poi, un apposito trasformatore installato in una sottostazione tramuta in alta tensione la quantità di energia iniziale inserendola successivamente, grazie alla rete elettrica, in una cabina primaria.
    L’installazione eolica presenta una potenza scostante e sottostante alle variazioni e caratteristiche del vento e dipende dalla quantità nonché dalla tipologia di aerogeneratori e dalla potenza energetica occorrente.
    Detto questo, quali sono i vantaggi dell’energia eolica?
    Si possono riassumere nei punti seguenti:
    – produzione di energia pulita
    – non inquinante
    – nessun rifiuto
    – di facile reperibilità
    – facile da sfruttare
    – durata dell’impianto di almeno 25 anni
    – macchinari facili da smantellare e da riciclare
    – il vento non presenta nessun costo.
    Ovviamente vi sono anche degli svantaggi che possono essere racchiusi nei punti seguenti:
    – il costo di realizzazione, specie delle pale, risulta essere piuttosto oneroso
    – l’ammortizzazione della spesa complessiva richiede tempi piuttosto lunghi
    – l’impatto paesaggistico, anche se risulta essere comunque un elemento di carattere soggettivo
    – l’eventuale inquinamento acustico che però può essere notevolmente calmierato se (come è avvenuto in Danimarca) gli aerogeneratori vengono piazzati ad alcuni chilometri di distanza dalla costa, così da non comportare un grande impatto né sul piano acustico né su quello visivo.
    Detto questo com’è la situazione dell’energia eolica nel mondo?
    L’Italia si posiziona al momento al terzo posto in Europa dietro Germania e Spagna (in cui oltre un terzo dell’energia elettrica viene prodotta da aerogeneratori).
    La Puglia e più in generale il Sud e le isole sono le regioni più coinvolte attualmente nella produzione di energia eolica in Italia.
    Danimarca, Polonia e alcuni paesi orientali dei Balcani hanno diversi impianti di notevole caratura.
    In Irlanda e Svezia sono stati realizzati perfino impianti in mare aperto.
    Cina, Stati Uniti, Messico, Brasile e Cile sono poi nazioni molto avanzate sull’argomento.
    Detto questo, conviene davvero dire di no all’insediamento di tali impianti?

    Yvan Rettore

    Fonte: https://yvanrettore.blogspot.com/2021/03/lenergia-eolica-perche-conviene.html

    • quante parole al vento per difendere l’eolico! Il punto non è se è o meno energia pulita o se produce con più o meno efficienza. Il punto è: chi trae vantaggio dall’energia prodotta? Detta in termini più semplici: le infrastrutture ricadono sul territorio, con tutto ciò che ne comporta, ma i guadagni del suo sfruttamento vanno altrove. Qualcuno dirà: ci sono le compensazioni. Ma “compensazione” in termini più semplici significa restituire una minima parte dell’investimento al territorio che ospita l’infrastruttura, di solito, su base storica, si aggira sull’1% del guadagno netto globale. E’ un po’ come se io entrassi a casa tua, ti imponessi di mettere un pannello fotovoltaico sul tuo tetto, prendermi l’energia che produce il pannello sopra casa tua e offrirti un caffè all’anno per il disturbo. Nel frattempo, però, avrò guadagnato centinaia di migliaia di euro dalla vendita della corrente.

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