Giuseppe Spagnolo: «PER NON DIMENTICARE ALDO MORO»

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16 Marzo 1978 – 16 Marzo 2022

Lettera di Giuseppe Spagnolo

“Questo paese non si salverà, la stagione dei diritti e della libertà si rivelerà effimera, se in Italia non nascerà un nuovo senso del dovere”.

Mai pensiero è più attuale di questo.

Aldo Moro nato a Maglie il 23 settembre 1916 è stato uno dei più grandi statisti che l’Italia abbia mai avuto. I  politici attuali sono niente rispetto al pensiero e alla morale del grande statista.

Tra i fondatori della Democrazia Cristiana e suo rappresentante alla Costituente, ne divenne prima segretario e poi presidente.

Durante la sua vita politica è stato Presidente del Consiglio, Ministro della Giustizia, della Pubblica Istruzione e quattro volte Ministro degli Esteri.

Uomo attento a quanto si muoveva nella società, fra i giovani soprattutto, che amava incontrare, riunire, ascoltare, magari a tarda sera e senza preavviso, al termine di una giornata passata a frequentare i piani alti della politica.

Un uomo che, per evidente incompatibilità, chiese che ai suoi funerali non partecipassero né autorità dello stato né uomini di partito, gli stessi che non hanno fatto niente per cercare di salvarlo.

Moro ha pagato con la vita l’amore per le istituzioni.

Abbandonato dalle stesse istituzioni che lui aveva sempre messo in testa al suo progetto politico.

Amici vi invito a riflettere.

44 anni fa il 16 marzo 1978 ci fu un attacco terroristico in via Fani a Roma. Da allora niente sarà più come prima. Cinque uomini della scorta di Aldo Moro furono barbaramente uccisi e dopo 55 giorni toccò la stessa sorte al presidente.

Oggi i colpevoli sono tutti in libertà o semi libertà, vanno in giro serenamente a rilasciare interviste come fossero delle star e alcuni di loro tengono addirittura conferenze nelle università. Non voglio aggiungere altro se non la parola VERGOGNA.

Vi elenco i nomi  delle vittime della scorta perché rimangano scolpiti nella vostra memoria: Francesco Zizzi 30 anni, Raffaele lozzino 24 anni, Giulio Rivera 24 anni, Domenico Rizzi 44 anni 2 figli, Oreste Leonardi 52 anni 2 figli.

Dall’ultima lettera scritta da Moro alla moglie prima della condanna a morte:

“Bacia e carezza per me tutti, volto per volto, occhi per occhi, capelli per capelli. A ciascuno una mia immensa tenerezza che passa per le tue mani. Sii forte, mia dolcissima, in questa prova assurda e incomprensibile. Sono le vie del Signore. Vorrei capire, con i miei piccoli occhi mortali come ci si vedrà dopo. Se ci fosse luce, sarebbe bellissimo.”

Ai ragazzi che vedono intitolate al grande statista Vie, Piazze e Scuole rivolgo un invito a leggere i suoi scritti affinché si rendano conto di chi è stato Aldo Moro

Concludo salutando con affetto un altro democristiano scomparso qualche  anno fa e molto presto dimenticato dalla nostra cittadina,  mio zio Elio Spagnolo. In questo brutto periodo la sua conoscenza della politica e la sua moralità sarebbero state molto utili a Veglie.

Viva la democrazia!

Giuseppe Spagnolo

16 marzo 2022

2 COMMENTS

  1. Un uomo di grande spessore morale e culturale, uno statista di indubbio valore e un uomo che credeva in valori importanti. Quando vedi la classe politica di oggi e pensi a Moro, allora ti rendi conto di quanto bassa e mediocre sia il livello dei politici italiani odierni!

  2. Nel periodo più basso mai raggiunto dalla politica italiana, il ricordo della figura di Moro assume ancora maggior rilievo. Oggi non esistono più uomini di tale spessore culturale, di grande caratura morale e di indubbie capacità sul piano politico istituzionale come dimostrò appunto di essere in vita Aldo Moro. Le conseguenze della sua prematura quanto tragica dipartita seguita pochi anni dopo da quella di Enrico Berlinguer segnarono l’inizio della fine della politica in Italia e di un’involuzione democratica sfociata nella violazione praticamente sistematica della Costituzione e dei trattati internazionali che erano a garanzia dei diritti di ognuno di noi e che ormai esistono quasi soltanto a livello formale.

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