«GLI AMMINISTRATORI COMUNALI DI VEGLIE dal 1861 al 2020» di Antonio De Benedittis

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Un elenco dettagliato degli amministratori di Veglie dal 1861 al 2020 arricchito da notizie storiche e dall’operato delle amministrazioni

Lo studioso di Storia Patria Antonio De Benedittis ha aggiornato e arricchito la precedente ricerca già pubblicata

Un altro tassello della  Storia del nostro Paese messo a disposizione di tutti i Vegliesi

(ndr: Leggi anche >>>”Riepilogo amministratori a veglie dal 1983 al 2015″ per una statistica degli ultimi amminstratori  a Veglie)

(>>>Pillole di Storia Locale)

In occasione delle prossime elezioni amministrative a Veglie, lo studioso di Storia Patria Antonio De Benedittis ha aggiornato la sua precendente pubblicazione arricchendola di notizie riguardanti gli amministratori e i lavori svolti dalle amministrazioni.

Si può consultare la ricerca svolta scaricando i due file in formato .pdf dai link seguenti.

Prima parte: GLI AMMINISTRATORI COMUNALI DI VEGLIE DAL 1861 AL 1926

Seconda parte: GLI AMMINISTRATORI COMUNALI DI VEGLIE DAL 1926 AL 2020

Il documento è arricchito inoltre da numerose e interessanti notizie storiche grazie alle quali si possono scoprire dettagli della vita sociale e politica di Veglie dall’unità d’Italia in poi.

La pubblicazione è divisa in una parte introduttiva e in quattro capitoli.

Nell’introduzione viene proposta una breve descrizione della nascita e dello sviluppo degli organi amministrativi a partire dal 1806.

Nei successivi capitoli sono riportati gli elenchi degli amministratori di Veglie e alcune notizie storiche e biografiche nei casi in cui è stato possibile reperirle. Gli elenchi sono divisi per periodi storico/politici:

  1. Prima Parte: Dall’Unità d’Italia all’avvento del fascismo (1861-1926)
  2. Seconda Parte: Periodo fascista (1926-1943)
  3. Terza Parte: Periodo costituzionale transitorio e attività del Comitato di Liberazione Nazionale di Veglie (1944-1946)
  4. Quarta Parte: Repubblica Italiana (1946-2020)

Di seguito i due link per scaricare la ricerca completa di Antonio De Benedittis. Il documento può essere liberamente scaricato, stampato e utilizzato con l’unica raccomandazione di citare la fonte nel caso di utilizzo delle informazioni in altre pubblicazioni, articoli  o ricerche.

6 agosto 2020

Copertina Catasto Onciario Veglie
Copertina Catasto Onciario Veglie

«GLI AMMINISTRATORI COMUNALI DI VEGLIE dal 1861 al 1926»


«GLI AMMINISTRATORI COMUNALI DI VEGLIE dal 1926 al 2020»


 

Alcune curiosità estratte dalla ricerca:

  • L’università (paese n.d.r.) di Veglie in provincia di Terra d’Otranto apparteneva inizialmente al distretto di Mesagne, poi dal 1815, a quello di Brindisi;
  • Agli inizi dell’800 per essere iscritti nelle liste degli “eligibili” ed essere eletti nel decurionato che guidava  l’università bisognava avere un’età non inferiore a 21 anni e una rendita annua di almeno 24 ducati;
  • I decurioni nominavano gli amministratori dell’università: il sindaco, responsabile dell’amministrazione, e due eletti, dei quali uno (primo eletto) sovrintendeva alla polizia rurale e municipale, l’altro (secondo eletto) assisteva e sostituiva il sindaco in caso di assenza o inabilità;
  • Veglie nel 1808 contava 1388 abitanti:  660 uomini e 728 donne. Il decurionato era composto da dieci membri un terzo dei quali doveva saper leggere e scrivere;
  • Nel 1861 Veglie contava 2.259 abitanti. Il Consiglio Comunale era composto da 15 membri e la giunta municipale era formata  dal sindaco da due assessori e da due supplenti. Il sindaco era nominato dal re e scelto tra i consiglieri comunali. Potevano votare i cittadini che avevano compiuto 21 anni e che pagavano annualmente lire 5 di contribuzione. Il padre poteva delegare ad uno dei figli l’esercizio dei suoi diritti elettorali. Non erano né elettori né eleggibili gli analfabeti e le donne.
  • Il primo Consiglio Comunale di Veglie viene eletto nella prima decade del mese di maggio del 1861, data dello svolgimento delle elezioni amministrative.
  • Nei primi tre anni successivi all’Unità d’Italia,  Veglie non ha un proprio sindaco per mancata nomina da parte del re; le relative funzioni fino a settembre 1864 vengono svolte alternativamente dai componenti della giunta municipale.
  • Il Consiglio Comunale di Veglie nel 1899, per la prima volta nella sua storia, è chiamato ad effettuare la nomina del sindaco, prerogativa questa che in precedenza era riservata al re. Il 17 agosto 1899 il consiglio comunale, in terza convocazione, nomina l’avv. Cosimo Verrienti sindaco del comune con voti 7 su 8 consiglieri presenti e votanti.
  • Nel mese di giugno 1910 si svolgono le prime elezioni con il nuovo testo unico della legge comunale e provinciale approvato con decreto regio 21 maggio 1908, n. 269 che dispongono, tra le altre cose, che Veglie, avendo una popolazione non superiore a 3.000 abitanti  passa  da 15 a 20 consiglieri comunali e la giunta passa a 4 assessori effettivi e due supplenti.
  • Con legge 19 giugno 1913 vengono apportate importanti modifiche tre le quali la obbligatorietà per i consiglieri neo eletti di sostenere la prova di saper leggere e scrivere.
  • Il 28 giugno 1914 il sindaco eletto Renato Negro pronuncia un discorso che potrebbe essere adattato, con le dovute modifiche ai riferimenti temporali e logistici, ai discorsi dei sindaci delle ultime legislature: «Signori, nel porgervi il mio doveroso ringraziamento per la prova di fiducia che mi avete dato in forma solenne questa sera, vi prometto che farò del mio meglio perché l’esplicazione del delicato e importante mandato che mi avete affidato, porti quei frutti che giustamente amministrazione e cittadini attendono. Date le limitate e naturali condizioni finanziarie del comune, non ho potuto nei precedenti ultimi due anni che liberare l’amministrazione delle molte passività ereditate e ristabilire così l’equilibrio finanziario. Ad onta di ciò non è possibile però proporsi un vasto programma, e solo assumo impegno, ove non mi mancherà il valido appoggio delle SS. LL. e nei limiti dei mezzi ordinari e straordinari consentiti dalla potenzialità finanziaria del comune, di provvedere alla restaurazione del fabbricato della chiesa madre, alla viabilità, alla costruzione d’un pubblico macello, a quella dell’edificio scolastico, nonché ad altri pubblici servizi che si riterranno necessari e opportuni».
  • Con deliberazione del consiglio comunale in data 14 maggio 1924 viene conferita la cittadinanza onoraria di Veglie al duce Benito Mussolini e  all’onorevole Achille Starace con la seguente motivazione letta dal presidente del Consiglio Comunale nel silenzio più perfetto dell’aula: «Signori, Benito Mussolini, grande patriota e grande statista, con la forza del suo genio e la saldezza del carattere, ad una svolta pericolosa della storia d’Italia, ha saputo raccogliere le forze sane della nazione e formatone un fascio potente intreccendo i destini di nostra razza ed in un breve periodo di governo ne ha rivendicato la grandezza, la forza, il prestigio e la civiltà, restaurandone i valori morali, spirituali e religiosi. Avendo egli con tali opere grandiose ben meritate dalla nazione, è doveroso manifestargli la profonda gratitudine anche da parte di questo nostro piccolo paesello e propongo perciò alle SS. LL. vogliano conferirgli la cittadinanza onoraria di Veglie con la certezza che gli riuscirà gradita insieme ai voti che egli viva e governi a lungo per il bene e la grandezza d’Italia. L’assemblea per acclamazione, e tra gli alalà del pubblico che assiste religiosamente, approva la proposta del presidente».
  • Il 14 maggio 1926 a Veglie si svolge l’ultima seduta del Consiglio Comunale precedente la nomina del podestà; all’ordine del giorno c’è la relazione sull’operato dell’amministrazione comunale in vista dell’imminente scioglimento del consiglio.
  • La nomina dei podestà di Veglie  era preceduta da un rituale abbastanza articolato: il prefetto, attraverso l’Arma dei carabinieri acquisiva dettagliate informazioni sulle persone del paese in possesso dei requisiti richiesti per svolgere le funzioni di podestà, requisiti che erano: l’iscrizione al fascio, la stabilità economica, (necessaria perché l’incarico di podestà doveva essere svolto a titolo gratuito ed era incompatibile con il contemporaneo esercizio di qualsiasi attività lavorativa), non aver subito condanne penali ed essere stimato dalla popolazione; acquisito il rapporto informativo da parte dei carabinieri, il prefetto chiedeva il parere (obbligatorio) al segretario federale del PNF, dopodiché, se il soggetto era ritenuto idoneo veniva nominato “commissario prefettizio” e nello stesso tempo gli atti venivano trasmessi al ministero dell’interno per la predisposizione del decreto di nomina a podestà da sottoporre alla firma del re.
  • Il 25 novembre 1928 un  incidente si verifica in piazza Umberto I, causato dall’ins. Realino Mazzotta per aver usato violenza contro i militi e gli avanguardisti della M.V.S.N. i quali, agli ordini di Settimio Negro, figlio del podestà e capo squadra della milizia, impedivano il transito alle donne che si recavano in chiesa e agli uomini che cercavano di trovare la giornata lavorativa per il giorno dopo, e tutto questo per consentire ad un funambolo di fare la sua rappresentazione. Secondo la relazione del 26 dicembre 1928 dell’ispettore provinciale Mileo, gli incidenti  del 25 novembre sono l’effetto di un celato malumore contro il podestà, che assolutamente non gode simpatie per i suoi modi irritanti ed il comportamento borioso, così generalmente ritenuto. In un esposto riguardante gli incidenti del 25 novembre, l’avvocato Michele Cacciatore scrive: «Entrambi i fratelli Negro sono padroni assoluti del paese tanto vero che nel novembre scorso ne chiusero la piazza centrale per ben cinque pomeriggi, per dare modo ad un funambolo di dare pubblica rappresentazione, e mentre i biglietti di entrata da una lira ciascuno erano venduti dai militi e dagli avanguardisti, i due paralizzavano il piccolo commercio della piazza mettendo i contadini in condizione di non poter fare gli acquisti necessari ai loro bisogni e di non poter ingaggiarsi nei lavori».
  • Il 25 luglio1943 sancisce la caduta del fascismo e viene dato inizio allo smantellamento delle strutture istituzionali del regime.
  • Il 27 novembre 1943, in seguito ad una circolare trasmessa dal prefetto, viene cambiata la denominazione ad alcune strade interne perché: “ricordano, date, avvenimenti e persone interessanti il cessato regime fascista, e che non essendo rispondenti alla nuova situazione politica venutasi a creare a seguito dell’assunzione al potere del governo Badoglio, vanno senz’altro sostituiti con nuove denominazioni, compatibili con la nuova fisionomia politica assunta dall’Italia”, e quindi sostituisce: via Arnaldo Mussolini con via Amedeo di Savoia; via Impero con via Giulio Cesare; via Balilla con via Giuseppe Garibaldi; via Littorio con via Goffredo Mameli; via Plebiscito Fascista con via fratelli Cairoli; via 28 ottobre con via fratelli Bandiera; via 23 marzo con via 4 Novembre; via 21 aprile con via Carlo Alberto.
  • A Veglie il locale Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) si costituisce il 14 maggio 1944 ed è formato da esponenti del Partito della Democrazia Cristiana, del Partito Liberale Italiano, del Partito d’Azione, del Partito Democratico del Lavoro. Gli esponenti del Partito Socialista si allontanano dalla riunione e non prendono parte alla costituzione del CLN di Veglie dichiarando che molti degli esponenti dei nuovi partiti avevano fatto parte del precedente regime fascista ricomprendo importanti incarichi.
  • Dopo 10 mesi di discussioni e di ricorsi a causa di incompatibilità nella designazione dei componenti della giunta municipale, il 3 gennaio 1945 si raggiunge un accordo tra il CLN, il Partito Socialista e il Partito Comunista di Veglie e viene designato quale primo sindaco del periodo transitorio post-fascista il dott. Dell’Anna Francesco, democristiano.
  • Il 2 giugno 1946 si vota anche per il Referendum istituzionale tra Repubblica e Monarchia per l’elezione dell’Assemblea Costituente. A Veglie i risultati  furono i seguenti: Referendum istituzionale del 2 giugno 1946: Elettori: 4030 – Votanti: 3736 – Voti validi repubblica: 251 – Voti validi monarchia: 3224 – tot. Voti validi : 3475 – Voti non validi 55 – schede bianche 206.  /  Elezione Assemblea Costituente del 2 giugno 1946: Elettori 4030 – Votanti 3736 – Voti validi 2827 – Voti non validi 424 – Schede bianche 485. Voti di lista: Partito comunista italiano (PCI) 36 – Partito socialista Italiano di Unità proletaria (PSIUP) 92 – Partito d’Azione (P d’A) 28 – Partito Cristiano Sociale (PCS) 11 – Partito repubblicano italiano (PRI) 14 – Democrazia Cristiana (DC) 481 – Unione Democratica Nazionale (UDN) 508 – Blocco Nazionale della Libertà (BNL) 1507 – Movimento Democratico Monarchici Italiani (MDM) 138 – Movimento Unionista Italiano (MUI) 12 – tot. Voti validi 2827.
  • A Veglie le elezioni del Consiglio Comunale nella nuova Repubblica Italiana si svolsero il 10 novembre 1946 e furono ammesse a votare anche le donne il cui diritto venne riconosciuto per la prima volta con d. lgt. 2 febbraio 1945, n. 23.
  • Nel 1968  Veglie ha avuto il primo sindaco donna. Dopo le dimissioni del Sindaco dott. Mario Carlà eletto nelle ELEZIONI AMMINISTRATIVE DELL’11 GIUGNO 1967 e dimessosi il 27 novembre 1968 perché nominato ufficiale sanitario, la carica di sindaco viene ricoperta il 28 novembre 1968 dalla dott.ssa Marcella Ruberti.

(Nel documento originale si trova la descrizione dettagliata di alcuni fatti di cronaca e di vicende politiche accadute a Veglie)

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