«No al Parco Eolico in Terra d’Arneo». Manifestazione del Movimento Regione Salento nei pressi di Monteruga

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Al Sit-in partecipano anche il Consigliere Regionale MRS Paolo Pagliaro, il Sindaco di Veglie Claudio Paladini, il Consigliere Provinciale Fernando Leone

VEGLIE  – Si è tenuto Sabato 1 Maggio 2021 presso il Borgo di  Monteruga  nel feudo di Veglie il sit-in di protesta organizzato dal “Movimento Regione Salento” per dire “NO al Grande Parco Eolico, NO agli sfregi al territorio del Salento, NO alla devastazione dei Terreni”.

La protesta è  contro i progetti delle aziende “Iron Solar s.r.l.”  ed “Enel Green Power Italia S.r.l.”,  che prevedono l’installazione di 21 torri eoliche da 6 MW nei territori dell’Arneo, e contro altri progetti che, secondo il MRS, faranno diventare la Terra d’Arneo, un immenso e selvaggio parco eolico a scapito della ricchezza agricola e turistica di questo territorio.

Al sit-in erano presenti, tra gli altri,  il Consigliere Regionale, capogruppo de La Puglia Domani, Paolo Pagliaro, il Consigliere Provinciale e Consigliere Comunale di Guagnano Fernando Leone, il Sindaco di Veglie Claudio Paladini con  suoi Assessori Laura Mogavero, Marco Miccoli, Katia Prato insieme al  presidente del Consiglio Francesco Milanese e alla Consigliera Luisa Margherito, amministratori comunali e dirigenti del Movimento Regione Salento di numerosi comuni salentini, associazioni ambientaliste tra cui il presidente Gianluca Zizzi dell’Associazione “L’Ambiente che Vogliamo”  di San Pancrazio Salentino e tanti cittadini.

Secondo il MRS la Puglia è la regione italiana con il maggior numero di impianti fotovoltaici ed eolici e non si vede la necessità di abusare ancora di una terra  votata da sempre all’agricoltura e negli ultimi anni anche al turismo.

“Non c’è terreno buono e terreno non buono – afferma il Consigliere regionale Paolo Pagliaro – c’è il terreno e basta. E il terreno non bisogna sfregiarlo, bisogna conservarlo e garantire un futuro alla nostra terra e alle nuove generazioni. Bisogna prendere coscienza che solo noi possiamo difenderci da questi assalti delle grandi imprese del Nord e delle multinazionali.  Siamo stanchi e non ne possiamo più dei continui tentativi di depredare il nostro territorio – continua Paolo PagliaroBasta con queste multinazionali delle cosiddette energie rinnovabili che continuano ad individuare il Salento ma anche la Puglia come fonte di reddito. Non  riesco a capire per quale motivo dobbiamo essere proprio noi, e soltanto noi, a dover subire tutto questo? Ci sono regioni, ad esempio, che non sono toccate minimamente. Regioni con scelte strategiche dove, da sempre, prevale l’economia turistica, la salvaguardia del territorio e la sensibilità dei cittadini è molto alta. In Italia il maggior numero di impianti è posizionato sui nostri territori, eppure continuano ad arrivare richieste mirate in modo cinico a farci diventare fonte di reddito di pochi col danno per tutti. Siamo sotto attacco perché piovono richieste di insediamenti da ogni dove e per ogni angolo della nostra terra. Si parla tanto di transizione ecologica, ritenendo che sia questa la strada verso l’ecologia. Non è così. Urge, allora, procedere per rivedere il PPTR, predisponendo dei vincoli severi sia per gli impianti fotovoltaici che per quelli eolici nelle zone agricole dei PRG e dei PUG dei comuni salentini e pugliesi. Fondamentale un aggiornamento del PEAR con norme più stringenti in materia.  L’energia pulita diventa tossica quando sfregia il nostro meraviglioso territorio .  – continua ancora Pagliaro Noi siamo per le energie rinnovabili, non in questo barbaro modo, no ai barbari che vengono a fare cassa nel Salento. Qui in Arneo, una zona fantastica del nostro Salento, vogliono portare dei veri e propri 21 mostri di 200 metri. Dobbiamo cambiare culturalmente e dobbiamo usare gli impianti fotovoltaici sui tetti per dare un beneficio alle famiglie e alle unità condominiali. Dobbiamo prevedere le autorizzazioni nelle zone artigianali e industriali, nelle zone SIN, e ovunque siano zone già depresse e non agricole produttive”.

Anche Claudio Paladini, Sindaco di Veglie Comune “capofila” in questa battaglia, esprime la contrarietà a questi progetti: “Abbiamo più volte ribadito che l’energia pulita è il futuro, ma allo stesso tempo abbiamo rimarcato come questi mega parchi non possono deturpare un ambiente sano, a forte vocazione agricola e turistica. Il pulito va portato dove c’è già lo sporco, come ILVA e Cerano.  Tutelare l’ambiente – ribadisce il sindaco – vuol dire fare in modo che l’energia pulita venga posta in siti già deturpati. Estirpiamo il male che è Cerano, estirpiamo il male che è l’Ilva. Non siamo contro l’eolico, siamo a favore ma a determinate condizioni. Siamo determinati affinché questo parco vada dove c’è già una deturpazione. Il nostro territorio deve essere protetto, anche perché è la patria del Negroamaro, un vino apprezzato nel mondo. Le nostre non sono terre incolte o abbandonate. Affermare questo è uno schiaffo alla bellezza e al lavoro che molti nostri avi hanno fatto per queste terre”.

Un “NO” arriva anche dal Consigliere Provinciale del Movimento Regione Salento Fernando Leone: “Ho posto l’attenzione su questi impianti in Consiglio Provinciale, dove è arrivata una bocciatura all’unanimità. Ma bisogna fare ancora di più. La direzione intrapresa è quella che porta alle energie rinnovabili, ma queste non possono deturpare i territori. Auspico allora un incontro tra il Presidente della Regione Emiliano e il Ministro Cingolani per evitare vere e proprie invasioni del Salento”.

Marcello Palumbo, vice presidente di “L’Ambiente che Vogliamo” di San Pancrazio Salentino, parla per conto delle associazioni ambientaliste: “Siamo in prima linea da tempo contro queste deturpazioni. Il nostro territorio non può essere messo a repentaglio da simili opere che di strategico non ha nulla. Ecco perché ritengo fondamentale il ruolo di tutte le associazioni ambientaliste, tutte capaci di portare le istanze dei singoli territori alle amministrazioni competenti. Serve un intervento legislativo deciso che è divenuto, ormai, indifferibile”.

2 Maggio 2021

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