P. Calcagnile: «Le regioni meridionali trasferiscano allo Stato le funzioni sanitarie»

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Lettera del dr. Pietro Calcagnile ai Governanti Italiani e ai Governatori delle Regioni Meridionali per richiedere il trasferimento allo Stato delle funzioni sanitarie

VEGLIE – Con una lettera  inviata al Presidente del Consiglio dei Ministri prof. Giuseppe Conte, Al Ministro della Sanità on. Giulia Grillo, Al Ministro del Sud sen. Barbara Lezzi, Al Presidente della Regione Puglia, Al Presidente della Regione Campania, Al Presidente della Regione Calabria, Al Presidente della Regione Basilicata, Al Presidente della Regione Molise, Al Presidente della Regione Abruzzo, A tutti i consiglieri regionali della Regione Puglia, il dr. Pietro Calcagnile chiede il trasferimento allo Stato delle funzioni sanitarie.

Di seguito il testo integrale della lettera:

Le regioni meridionali trasferiscano allo Stato le funzioni sanitarie

La legge che istituisce il servizio sanitario nazionale è la n. 833 del 1978. La riforma sanitaria ha compiuto 40 anni. Nel Comune di Veglie, circa 20 anni prima, quasi tutti i cittadini vegliesi furono iscritti negli elenchi dei poveri ottenendo gratuitamente il medico curante e le medicine: fu una riforma sanitaria all’80%.

A tal proposito propongo agli attuali amministratori del Comune di Veglie di intitolare all’ex sindaco Giovanni Giannoccolo una via cittadina.

Con la legge 111/91 le USL introdotte dalla riforma sanitaria si trasformarono in ASL.

Quando nacque la riforma sanitaria le strutture sanitarie funzionavano meglio di quelle attuali anche se costavano di più.

Successivamente, con i decreti legislativi 502/92 e 517/93 le funzioni sanitarie furono trasferite dallo Stato alle Regioni.

Tutti i mali della sanità meridionale sono da imputare proprio a quel trasferimento.

Sono stati soppressi molti reparti negli ospedali e sono stati soppressi pure molti ospedali: si costringono i cittadini ad essere ricoverati a molti Km di distanza dal luogo di residenza.

Non si assumono più i medici forse perché costano troppo.

I Parlamentari della seconda repubblica hanno avuto il coraggio barbaro di introdurre il numero chiuso nelle facoltà di medicina, che tra l’altro sono dislocate quasi tutte al Nord, soltanto perché qualche Università di Milano lo introdusse nella propria facoltà: il male infatti  è nato a Milano!

In questo modo l’Italia esporta cuochi e camerieri ed importa medici.

L’Università del Salento, se vuole introdurre la facoltà di medicina come succursale dell’Università di Bari deve sottostare al ricatto di introdurre i corsi in lingua inglese che non si possono introdurre se prima non si introducono quelli in lingua italiana.

Perciò la Regione Puglia e tutte le Regioni meridionali dovrebbero restituire allo Stato le funzioni sanitarie: soltanto così il Parlamento dovrà prendere atto che esiste una questione meridionale e non soltanto quella settentrionale in quanto le Regioni del Nord hanno ottenuto più soldi dalla ripartizione del fondo sanitario messo a disposizione dallo Stato.

20 gennaio 2019

dr. Pietro CALCAGNILE

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