YVAN RETTORE: «VEGLIE, L’ESEMPIO EMBLEMATICO DI UN DECLINO ANNUNCIATO E DI UNA DEMOCRAZIA SBEFFEGGIATA»

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Yvan Rettore: «Alle prossime elezioni si scontreranno due anime contrapposte di intendere la politica una corretta e l’altra completamente distorta»

Lettera di Yvan Rettore, formatore aziendale, cittadino settentrionale  residente a Veglie

Potrei introdurre questo mio intervento su Veglie con la classica espressione “C’era una volta….”

Sì, perché c’era una volta un paese benestante dominato da una florida agricoltura e da vivaci attività produttive e commerciali.

C’era una volta un paese con viali alberati e che cresceva guardando serenamente al futuro.
C’era una volta….

Perché oggi, mentre i comuni vicini si stanno piano piano risollevando e innovando dimostrato un attaccamento alla loro identità e a ciò che sono in grado di realizzare e proporre a Veglie sembra che il tempo si sia fermato.

Il declino lo vedi dalla diminuzione costante della popolazione e della presenza giovanile, da vie prive di abitanti, dal degrado visibile in sempre più zone, dalla riduzione di attività in grado di generare lavoro e ricchezza sul territorio e dallo stato di abbandono di diversi terreni agricoli.

E più in generale dall’incremento della povertà, del precariato e dell’assenza di prospettive.

Quando passi oggi per Veglie e ancor di più se ci vivi sembra di assistere alla trasformazione progressiva di questa località in un vero e proprio paese dormitorio in cui la gente residente limita la propria esistenza a sole tre attività essenziali: lavorare, dormire e mangiare.

E’ un fenomeno tipico delle città metropolitane o dei comuni direttamente limitrofi a grandi centri urbani.

Ma Veglie essendo a circa 15 chilometri da Lecce meriterebbe un destino ben diverso e soprattutto consono a quello che era e dovrebbe tornare ad essere: un centro dinamico e di tutto rispetto, nella scia delle proprie tradizioni e col coraggio di guardare al futuro con orgoglio e spirito di rivalsa.

Ma perché un declino così imprevedibile e apparentemente inarrestabile?

Sicuramente le ragioni sono diverse ma ritengo del tutto plausibile che una delle più determinanti sia dovuta all’affermazione tra la fine del secolo scorso e i primi lustri di quello attuale di una classe dirigente e di funzionari che non sono stati all’altezza dei propri compiti e delle sfide che erano chiamati ad affrontare.

Oltre alla evidente incompetenza dovuta spesso ad un basso livello formativo, si è imposta una visione riduttiva e distorta della democrazia e delle entità incaricate di rappresentarla.

Da allora il municipio nei fatti non è stato più la casa comune di tutti i cittadini, ma è diventato progressivamente una entità vuota da riempire a seconda degli interessi del gruppo politico vincitore di turno.

Non pochi consiglieri comunali hanno cominciato ad intendere il loro mandato non in funzione dell’insieme della cittadinanza ma soltanto del proprio gruppo elettorale di appartenenza e in non pochi casi manco di quello.

Quindi scontri di potere e di influenze sono stati all’ordine del giorno per anni rendendo di fatto sempre più ingovernabile e precaria la gestione del paese e riducendo sempre più le casse comunali fino a rendere difficile e problematico qualsiasi intervento per mancanza cronica di fondi.

La realtà di questa democrazia sbeffeggiata è sotto gli occhi di tutti e Veglie a breve potrà vantare due tristi primati: quello di dover subire un commissariamento ad ogni lustro e quello ormai imminente addirittura in presenza di una giunta dimissionaria perché ormai a mandato scaduto.

Alle prossime elezioni non si scontreranno la Destra e la Sinistra, ma bensì due anime contrapposte di intendere la politica e soprattutto la democrazia, una corretta e l’altra completamente distorta.

La prima sarà espressa da quei cittadini che amano ancora questo paese e ci vogliono rimanere facendo crescere i loro figli, confidando nell’avvento di una nuova classe dirigente formata, umile e diligente, capace di riscrivere un futuro degno di questo nome partendo da quel senso di comunità, di confronto e di condivisione che costituisce l’ossatura di una democrazia che non voglia ridursi ad un suo esercizio puramente formale.

La seconda invece sarà l’ennesima volontà di riaffermarsi di gruppi di potere e di influenza contrapposti fra loro e uniti soltanto in effimere parate elettorali salvo poi dividersi facendo precipitare nuovamente Veglie in una situazione di stallo che ne sancirà un ulteriore declino.

Starà tutta qui la scelta che i vegliesi dovranno operare alle prossime elezioni con l’augurio che finalmente questa triste pagina di Storia venga definitivamente girata una volta per tutte.

Yvan Rettore

28 Maggio 2020

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