LA “DEFICIENZA NATURALE” è IL VERO PERICOLO SUI SOCIAL

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La Deficienza Naturale batte l’Intelligenza Artificiale

Il 10 giugno del 2015 l’Università di Torino conferì a Umberto Eco una “Laurea ad honorem” (la quarantesima per lui) in “Comunicazione e Cultura dei Media”. Nell’incontro con i giornalisti, dopo la sua celebre “lectio magistralis”, Umberto Eco ebbe a dire: «I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli. Prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli».

Questa affermazione del 2015 diventa anno dopo anno sempre più attuale. E  negli ultimi anni è diventata quasi una regola da rispettare: “Chi la spara più grossa vince!”. Succede con i negazionisti; con i complottisti; con i terrapiattisti;  È successo con il Covid. E adesso sta succedendo con la “Farina di Grilli e di Insetti”.

Un argomento che ha scatenato la condivisione di foto e di notizie che non hanno niente di vero e che stanno creando solo confusione in chi non ha la voglia o la capacità di andare ad informarsi.

Prima di parlare delle foto dei loghi che stanno girando sui social e lasciando da parte la libertà di ognuno di voler o no usare questi prodotti, è bene dare qualche informazione sul “novel food”.

L’Unione europea ha da poco concesso l’autorizzazione per la commercializzazione della polvere di Acheta domesticus, comunemente nota come farina di grillo e di conseguenza dal 24 gennaio 2024 è stata messa in commercio per uso alimentare anche in Italia.

Il prezzo della “polvere”  di grillo (per legge non può essere chiamata farina)  si aggira attualmente tra i 50 e i 60 euro al chilo e può essere utilizzata in pasticceria e nella produzione di pasta fresca, con percentuali massime consentite già stabilite per vari utilizzi, come il 15% per le tagliatelle e l’8% per i biscotti. È ricca di proteine (circa 3 volte il contenuto della carne), calcio, ferro, vitamina B12 e fibre, con quantità limitate di grassi e calorie.

La polvere di grillo non è il primo cibo derivato dal mondo degli insetti a essere introdotto in Europa. Nel 2021 era già stato autorizzata la vendita della larva di Tenebrio molitor, conosciuta come tarme della farina, in forma essiccata. Dal 2023 in Italia si possono già trovare prodotti alimentari contenenti quattro tipi di insetti: larva gialla, locusta migratoria, grillo domestico e verme della farina minore. Questi prodotti possono includere insetti congelati, essiccati o in polvere, seguendo la pratica già diffusa in altri paesi dell’Unione europea.

I prodotti contenenti polveri (farine) di insetti devono riportare sulle confezioni informazioni dettagliate sulla tipologia di insetto, inclusi il nome scientifico e la traduzione in italiano, come stabilito dal governo italiano, oltre alla quantità utilizzata e il paese di origine.

Una delle domande principali è: LA FARINA DI GRILLI E GLI ALIMENTI A BASE DI INSETTI SONO SICURI?

«La farina di grilli, che si ottiene macinando proprio le larve dei grilli – spiega professor Agostino Macrì , già direttore del Dipartimento di Sanità Alimentare dell’Istituto Superiore di Sanità e consulente per la sicurezza alimentare dell’Unione Nazionale Consumatori – è ricca di proteine e può essere utilizzata per fare qualunque tipo di alimento come biscotti, dolci, pane, pasta. La farina prodotta a partire dai grilli è fatta seguendo sempre le medesime procedure e dal punto di vista sanitario è ineccepibile: non ci sono organismi patogeni, micotossine, metalli pesanti, idrocarburi. L’unico problema potrebbe essere rappresentato dalla chitina, proteina contenuta nel carapace dei grilli che, nelle persone allergiche, può dare manifestazioni che vanno dal semplice eritema cutaneo allo shock anafilattico, come vale per molti altri prodotti (arachidi o crostacei ad esempio). Un uso prolungato e frequente, anche per chi non è allergico, potrebbe portare a una sensibilizzare verso il prodotto. Ad ogni modo, i produttori industriali devono sempre segnalare cosa è contenuto negli alimenti, anche la farina di grillo».

Si deduce quindi che la CHITINA di cui tanto si sta parlando sui Social, ha gli stessi effetti e gli stessi problemi dei crostacei o delle arachidi. Le allergie ci sono per gli insetti come per i crostacei.

Per coloro che pensano che siamo già invasi dalle farine di insetti basta dire che il prezzo di questi prodotti è elevato alla fonte per questo motivo i prodotti finali non sono ancora conveniente all’acquisto.

«Sicuramente la farina di grillo e altri prodotti a base di insetti potrebbero sostituire alcuni alimenti di origine animale – afferma il professore Macrì -, ma per adesso si tratta di un prodotto di nicchia che, oltretutto costa molto. Si parla di circa 70 euro al chilo, mentre quella di frumento costa due euro al chilo e la farina di soia, farina vegetale più vicina a quella dei grilli dal punto di vista nutrizionale, circa tre euro al chilo.»

SIAMO CERTI DI NON AVER MAI MANGIATO INSETTI?

Nel mondo si consumano più di 1900 specie d’insetti senza nessun problema.

In Sardegna è molto diffuso, anche se adesso l’Europa lo ha vietato, un formaggio molto pregiato  con le larve della mosca casearia. Lo stesso tipo di formaggio era molto richiesto anche in Salento il famoso “casu puntu” anch’esso con le larve della mosca casearia.

In questo tipo di prodotto le larve sono visibili e possiamo decidere se mangiarlo o meno.

Ci sono però in commercio prodotti che mangiamo o beviamo senza crearci problemi che possono contenere (legalmente) coloranti naturali di origine animale. Per esempio per fare il colore rosso dello spritz, dello yogurt ai frutti rossi, del succo d’arancia rosso o delle caramelle gommose si possono usare coloranti naturali ottenuti dall’essiccazione della cocciniglia, un piccolissimo insetto appartenente alla stessa famiglia della coccinella. Per ottenere il colorante rosso – utilizzato da anni nell’industria alimentare e spesso indicato con la sigla E120 – le cocciniglie vengono essiccate e successivamente macinate per ottenere una specie di polvere dalla quale, attraverso un particolare procedimento, si ricava una sostanza rossa, chiamata acido carminico. Per ottenere un chilo di colorante servono tra gli 80 mila e i 100 mila esemplari di cocciniglia. L’ingestione di insetti, oltre ai coloranti alimentari, può avvenire attraverso l’assunzione di barrette di cioccolato, insalata, marmellate, succhi di frutta, passate di pomodoro e farine dove sono in genere presenti parti di insetti. Anche mangiando alimenti pregiati come i funghi porcini possiamo mangiare insetti. Questi, infatti, sono spesso infestati dalle larve di alcuni ditteri che possono deporre le uova sul fungo da cui escono i caratteristici vermetti bianchi, a noi noti.

Tutto le informazioni  che riguardano le farine di grilli o di insetti invece possono essere lette sulle etichette e saremo consapevoli se acquistare il prodotto o meno.

I LOGHI INCRIMINATI E IL BOICOTTAGGIO DELLE AZIENDE

Passiamo adesso alle foto che girano sui social.

Si vede in particolare sui social il logo di una Rana accompagnata da commenti assurdi che affermano che i prodotti con quel logo contengono farine di rana e si invita a boicottare i prodotti di quell’azienda. Invito e condivisione del post fatto da persone che neanche si pongono domande se è vero oppure no. Danno per scontato che se la notizia è sui social è assolutamente vera. Purtroppo è questo atteggiamento che genera confusione. Esiste la brutta abitudine di leggere i titoli delle notizie senza leggere il testo dell’articolo. Manca la volontà di informarsi, di essere certi di quello che si legge. E succede in tutti i campi e con tutte le notizie.

Questo logo non vuol dire che il prodotto contiene farina di rana ma è un simbolo che certifica la qualità e il rispetto dell’ambiente da parte delle aziende che lo utilizzano.

Da buoni negazionisti potete non credere che queste aziende rispettino l’ambiente, ma non potete neanche inventarvi che il logo stia a significare presenza di farina di rane.

Da Wikipedia (o, per chi nega wikipedia, da qualunque altro sito attendibile di informazione):

La Rainforest Alliance (in italiano: Alleanza per le foreste pluviali) è una Organizzazione non governativa (ONG) con lo scopo di lavorare per conservare la biodiversità e garantire condizioni di vita sostenibili, trasformando le pratiche di uso del suolo, pratiche commerciali e comportamento dei consumatori. Ha sede a New York e ha uffici in tutto il mondo, fu fondata nel 1987 da Daniel Katz, il quale è ancora coinvolto nell’organizzazione, ma Tensie Whelan ne è il presidente.

 Altre informazioni sull’argomento:

https://facta.news/antibufale/2023/07/14/cibi-vaccino-rainforest-alliance/

https://facta.news/articoli/2023/07/27/logo-rana-disinformazione-complottista/

https://www.bufale.net/non-e-vero-che-i-prodotti-col-logo-rainforest-alliance-contengono-atrazina/

https://www.butac.it/la-rainforest-alliance-la-fondazione-gates-e-latrazina/

https://www.ilgiornaleditalia.it/video/cronaca/514708/algida-kitkat-nesquik-magnum-farina-grilli-fake-rainforest-alliance-eco-friendly.html

https://www.open.online/2023/07/11/logo-rana-complotto-vaccini-orali-bill-gates-fc/

https://www.rainforest-alliance.org/

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