VEGLIE: Commemorazione della tragedia del “Piroscafo Oria” Domenica 14 Febbraio 2021

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Una santa messa di suffragio per commemorare i dispersi della tragedia del  Piroscafo Oria del 12 febbraio 1944

***CAUSA MALTEMPO LA SANTA MESSA DI SUFFRAGIO PER I DISPERSI DEL PIROSCAFO ORIA E’ STATA RIMANDATA A DOMENICA 21 FEBBRAIO 2021 ORE 18:00***

 Domenica 14  Febbraio 21 FEBBRAIO 2021 ore 18:00 – Parrocchia SS. Giovanni Battista e Irene

VEGLIE – Da alcuni anni l’ANRP (Associazione Nazionale Reduci dalla Prigionia) sezione  di Veglie “Libertario Rollo” pone l’attenzione sulla tragedia del piroscafo ORIA avvenuto la sera del 12 febbraio del 1944, presso l’isola di Patroklos, nel mare Egeo.

Questo evento è  collegato all’armistizio dell’8 settembre 1943 tra l’Italia e le forze alleate. A seguito dell’armistizio  il Re e tutto lo stato maggiore trovarono riparo sotto l’ombrello alleato a Brindisi lasciando le truppe italiane,  impegnate sui vari fronti, in balia delle soverchianti forze che da “amici” erano diventati i più agguerriti nemici.

Gli esiti di questi eventi sono ben noti: fucilazioni, fosse comuni internamento. Il naufragio dell’ORIA  avviene in questo contesto.

I soldati italiani incorporati nel corpo d’armata del fronte greco che non aderirono alle lusinghe nazi-fasciste  di abiurare al giuramento di fedeltà al Re e alla Patria, furono radunati a Rodi per essere trasportati con ogni mezzo possibile in Germania.

L’11 febbraio 1944, così come riportato su un documento del “Ministero della Difesa – Marina Ufficio Assenti e Reduci” datato  22 gennaio 1948 a firma del capitano di fregata Francesco De Rosa De Leo,

 “il piroscafo partì da Rodi nelle ore pomeridiane, dopo aver imbarcato 4115 prigionieri e precisamente 43 ufficiali, 188 sottufficiali e 3885 graduati e militari di truppa  delle tre forze armate per la massima parte appartenenti all’esercito…”

“Dei 4115 militari italiani imbarcati sul piroscafo ne furono salvati circa venti ma è stato possibile conoscere i nominativi di solo 8 superstiti che hanno rilasciato regolare deposizione.”

“Alcuni cadaveri raccolti sulla prospicente spiaggia, sarebbero stati sepolti nella baia di Caraca, mentre la quasi totalità del personale imbarcato, essendo rinchiuso nelle stive, è da ritenersi sepolto nella nave naufragata e affondata.”

(stralci ripresi dal predetto documento riportati nella sezione “documentazione”  del volume  “AVVENIMENTI IN EGEO DOPO L’ARMISTIZIO” Ufficio Storico della Marina militare).

Tra i militari sepolti in quel fondale c’erano quattro cittadini Vegliesi: ROLLO LIBERTARIO, MANGIA ANGELO, ZIMMARI SANTO, RUBERTI ORONZO.

Purtroppo  questa non è stata l’unica tragedia consumata nel Mediterraneo anche se sicuramente è la più eclatante. Si stima che in fondo al mare giacciono i corpi di circa 17.000 soldati italiani tra cui anche quelli delle tragedie relative alla Donizetti e al  Petrella.

Pensando a queste vicende, ciò che le rende ancor più inaccettabili è che sono rimaste chiuse nel cassetto per oltre cinquant’anni. Solo per cause fortuite o per interessamento di alcuni familiari delle vittime, negli ultimi anni sono state portate a conoscenza di tutti i cittadini grazie ai giornali, alle tv e si social.

Ora molte famiglie possono finalmente conoscere la verità sul triste destino dei propri cari, periti in guerra e non più semplicemente solo dispersi.

L’ANRP sezione di Veglie, già impegnata da anni su questo tema, ritiene fondamentale e necessario mantenere viva la memoria di questi eroi che hanno preferito affrontare un oscuro destino piuttosto che abbandonarsi alle lusinghe nazi-fasciste.

Per queste ragioni, domenica 14 febbraio alle ore 18:00, presso la Chiesa Madre “SS.  Giovanni Battista e Irene” verrà celebrata una messa di suffragio per i caduti Vegliesi in questa tragedia.

Raffaele Cucurachi

Presidente della Sezione di Veglie

ANRP “Libertario Rollo”

Di seguti i link di alcuni articoli sull’argomento già pubblicati su VeglieNews:

Di seguito alcune pagine scritte nella notte del 71° anniversario del naufragio del Piroscafo Oria da Sordi Pietro, uno dei pochi sopravvissuti a tutti i caduti di quella sera dell’11 febbraio 1944. Le pagine sono state messe a disposizione dal nipote Roberto Moia che l’ANRP di Veglie ringrazia.

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