A Porto Cesareo un progetto innovativo per ripascere le spiagge e preservare le dune

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La località jonica prima in Italia. Presto i finanziamenti

Il Ministero dell’Ambiente recepisce il documento programmatico di Area Marina Protetta, Comune e stabilimenti balneari

La costa di Porto Cesareo (Le) cambia pelle, grazie ad un documento programmatico innovativo, primo in Italia, che prevede specifici interventi di ripascimento delle spiagge colpite da erosione e mantenimento dei cordoni dunali esistenti.

L’importante strumento nasce dalla sinergia tra Area Marina Protetta, Comune di Porto Cesareo e stabilimenti balneari, e dà seguito e sostanza agli studi effettuati sul territorio negli ultimi anni da geologi e tecnici specializzati, con il monitoraggio costante del piede dunale e della linea di costa.

portocesareo_spiaggedune_1Individuate le cause dell’erosione, è su di esse che si dovrà intervenire per bloccarle in tempo, e non ex post, come è stato fatto finora.

Il contenuto del documento programmatico, illustrato all’Autorità di Bacino della Regione Puglia e al Ministero dell’Ambiente, ha ottenuto riscontri positivi poiché nettamente in anticipo sulle linee guida nazionali, tanto da costituire un precedente anche perché del tutto ecocompatibile.

Primo step, la chiusura dei varchi urbani. 28 le strade censite sulla costa cesarina con accesso diretto al mare. Durante l’inverno il vento spostando la sabbia dalle spiagge, ne accelera la dispersione attraverso i corridoi delle strade e si perdono tonnellate di materiale. Occorre quindi bloccare il fenomeno con interventi di riqualificazione anti erosione, come hanno già provveduto a fare alcuni stabilimenti balneari della zona con fondi propri. La prima naturale per bloccare l’azione del vento, sarà costituita da piante e alberi autoctoni, mentre il collegamento tra spiagge e strade sarà costituito da camminate e staccionate ecocompatibili

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(interventi privati in stabilimento balneare)

 

Secondo step, la chiusura dei varchi dunali. I sistemi dunali rimasti sulla costa, sono soggetti all’azione antropica del passaggio diretto su di essi. Porto Cesareo è il primo comune d’Italia ad aver utilizzato le biomasse vegetali per chiudere i varchi e proteggere i giganti sabbiosi della costa. Si utilizzerà infatti la Posidonia, alga che si deposita in grosse quantità sull’arenile, segno del buon stato di salute del mare, come barriera protettiva.

Il Ministero dell’Ambiente, dopo aver convocato le parti e visionato il documento programmatico in questione, ha manifestato la volontà di realizzare progetti pilota proprio con Porto Cesareo, convogliando adeguati fondi per dare corpo ai contenuti dell’accordo.

Stesso impegno da parte dell’Autorità di Bacino, al fine di attrarre fondi regionali.

“Un altro importante tassello – commenta il sindaco di Porto Cesareo, Salvatore Albano –  è stato posto  in maniera strategica, a pochi giorni dall’approvazione definitiva del Piano Comunale delle Coste, per cui siamo in dirittura d’arrivo. La nostra costa, una delle più belle d’Italia, patrimonio d’inestimabile valore, dev’essere preservata, difesa, curata”.

Il lavoro di squadra premia. “Il documento – spiega Remì Calasso, presidente dell’Area Marina Protetta di Porto Cesareo -, è un esempio concreto di sinergia tra enti e privati, finalizzato a contrastare in maniera reale e condivisa l’erosione, trovando soluzioni ecocompatibili in linea con i vincoli di Amp, Parco Regionale e Piano delle Coste”.

“Siamo davanti all’esempio reale – dichiara Mauro della Valle, presidente di Federbalneari -, di come sia possibile, oltre che fondamentale e proficuo, coniugare gli interessi della comunità con quelli delle imprese, lavorando sodo tuti insieme verso un obiettivo comune”.

 

26  Giugno 2016

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